Casal di Principe, i nipoti del boss Mezzero intercettati mentre cercavano capannoni per i camion rubati

488
Alessandro, Antonio e Michele Mezzero

CASAL DI PRINCIPE – Le estorsioni agli imprenditori, le bische, la pretesa di quote da chi si occupa dello spaccio: sono queste le principali attività criminali su cui aveva puntato il gruppo che ruotava intorno al boss Antonio Mezzero. Le principali, ma non le uniche. Infatti, due suoi presunti sodali, ovvero i nipoti Alessandro e Michele, vengono intercettati dai carabinieri mentre erano alla ricerca di capannoni, in aree periferiche, dove poter fermare per alcuni giorni autoarticolati oggetto di furto o rapina.

I cugini Mezzero vengono ascoltati dai militari dell’Arma del Nucleo investigativo di Caserta mentre parlano con tale “Peppe”, titolare di un capannone. “Mi ha mandato compare Tonino”, dice Alessandro, riferendosi allo zio, dopo aver esplicitato la richiesta. Il nipote del boss chiarisce anche che è pronto a ricompensarlo con mille euro in cambio della disponibilità ad accogliere i camion. La chiacchierata prosegue con Peppe che fa un appunto: “Sapete come funziona però, lo devo dire a ’o Bellomm”. Per gli investigatori si tratti di Pasquale Apicella: è stato un esponente del clan dei Casalesi e da alcuni anni è tornato in libertà. Ma nel prosieguo del ragionamento, spiega che per lui sarebbe pericoloso: “Qua non può essere perché entrano ed escono… ci stanno persone… si è fatto un po’ complicato […] Qua non esiste, ci vedono subito”.

E allora indica un altro soggetto, un non meglio specificato Lorenzo, che aveva disponibilità a Sparanise per accogliere fino a 10 camion, ed elenca anche gli aspetti favorevoli a questa soluzione: “[…] Quando escono dall’autostrada con la staffetta davanti, imbocca subito la masseria […] Così stiamo tranquilli […] Ci puoi stare fermato una giornata, due giorni”. Tale fase organizzativa, datata 2023, è emersa nell’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dai carabinieri di Caserta, con cui è stato bloccato il ‘ritorno al crimine’ di Antonio Mezzero, riportando in carcere lui e arrestando proprio i nipoti, Alessandro e Michele (tutti da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile).

Il boss, originario di Grazzanise e trasferitosi a Santa Maria Capua Vetere, riattivando i suoi contatti con i referenti delle cosche Schiavone e Zagaria, nel 2022, dopo aver trascorso 25 anni in carcere, si era rituffato nelle attività mafiose. Una ripresa, dal potenziale sociale assolutamente pericoloso, che i carabinieri sono riusciti a bloccare tempestivamente. ‘O bellomm, ovvero Pasquale Apicella, emerso nelle intercettazioni, non risulta coinvolto – almeno per quanto è a nostra conoscenza – nell’inchiesta che ha interessato i Mezzero.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome