Salvini la spunta: Berlusconi si fa da parte

di Matteo Bosco Bortolaso

Roma, 9 mag. (LaPresse) – La chiave sarà una “critica benevolenza”, o “astensione benevola”, che Forza Italia esprimerà nei confronti di un esecutivo targato M5S-Lega.

Una separazione consensuale quella di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, che però vale solo per il governo.

Entrambi i leader confermano infatti salda l’allenza che avrà i suoi effetti solo sul territorio, ma nei palazzi della politica, Forza Italia e Lega viaggeranno su binari differenti. E’ la fotografia mai scattata, ma che è rimbalzata agli onori delle cronache negli ultimi mesi, e che oggi vede il centrodestra spaccato.

“Tutto ciò non segna la fine dell’alleanza di centro-destra: rimangono le tante collaborazioni nei governi regionali e locali, rimane una storia comune, rimane il comune impegno preso con gli elettori” assicura l’ex premier e di rimbalzo ci pensa il leader del Carroccio a confermare le sue parole: “Come promesso, stiamo lavorando fino all’ultima ora per far nascere un governo fedele al voto degli italiani. Tenuta salda per lealtà e coerenza l’unità del centrodestra, come da nota del presidente Berlusconi che ringraziamo, rimane da lavorare su programma, tempi, squadra e cose da fare. Per me sarebbe un onore guidare il paese”.

Una prima apertura era arrivata da Renato Brunetta di Forza Italia: “Se vogliono fare il governo, lo facciano. L’alleanza rimane – ha sottolineato l’ex capogruppo dei deputati azzurri -. Del resto anche nel 2011 e nel 2013 la Lega non votò il governo Monti e il governo Letta, ma la coalizione rimase. Il grande valore è l’alleanza, ma nessuno ci può chiedere altro”. E dell’importanza della coalizione aveva parlato anche il leghista Centinaio: “Reggerà, alle amministrative e alle europee – profetizza il senatore -.

Tanti di noi sono stati eletti in collegi uninominali, io stesso ne sono l’esempio lampante”.

Nella riunione dei parlamentari di Fratelli d’Italia, terza forza nel centrodestra, la leader Giorgia Meloni si è detta favorevole al ‘percorso Toti’, ribadendo che Mattarella dovrebbe dare “un incarico alla luce del sole” a Salvini o a Giorgetti perché si presentino in Parlamento a chiedere i voti (innanzitutto ai Cinquestelle o anche ai singoli parlamentari) necessari per iniziare subito “a dare agli italiani le risposte che attendono”.

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