
Roma, 11 giu. (LaPresse) – Nessuna novità. La caccia al nuovo ct prosegue senza svolte immediate. La Figc, trovatasi spiazzata dopo la rinuncia di Claudio Ranieri per amor di patria giallorossa a sedere sulla panchina della Nazionale del post-Spalletti, ha avviato i contatti con diversi profili. Serve tempo adesso per affidare, in questa fase critica del calcio italiano, ad un giusto tecnico il delicato ruolo di selezionatore e ridare forza, vitalità e spirito battagliero ad una Nazionale triste, solitaria e incolore. La soluzione non appare così semplice e la Figc si vuole prendere uno spazio temporale sufficiente per valutare tutto con accuratezza, ora che il ventaglio delle possibilità si è allargato. “Non ci sono novità sul ct. L’unica è che stiamo studiando. Abbiamo qualche giorno a disposizione e vogliamo usarli tutti. Al di là dei nomi vogliamo capire se c’è un progetto nuovo”, ha fatto sapere il presidente federale, Gabriele Gravina.
Subiti i due ‘no’ da parte dell’ex tecnico della Roma e di fatto dallo stesso Stefano Pioli – anche lui fedele alla parola data avendo un accordo di massima con la Fiorentina e per il quale a Via Allegri si è deciso di non insistere troppo per non infilarsi in un’altra strettoia -, la Federcalcio stavolta intende muoversi senza subire altre brutte sorprese. Si procede decisi ma con cautela ed estrema fiducia, fermo restando che i tempi sono comunque stretti e che serve programmare in vista del match del prossimo 5 settembre contro l’Estonia a Bergamo, altro match dove è necessario solo vincere.
La soluzione Rino Gattuso, tutto cuore e grinta, resta sul tavolo ma le alternative sono ben note, da Fabio Cannavaro a Daniele De Rossi, altre due stelle di quel mondiale di quasi 20 anni fa e al momento senza panchina. Ma non si guarda solo ai campioni del 2006. Sullo sfondo resta Roberto Mancini, che proprio due giorni prima del ko dell’Italia contro la Norvegia espresse dispiacere per la sua partenza da ct dichiarando che, se avesse potuto, non avrebbe mai lasciato la guida dell’Azzurro. Il feeling tra Mancini e l’ambiente federale resta ancora forte, con molti che lo vedono come il candidato ideale per ‘ricominciare’. Ma non è escluso anche che si guardi all’estero.
Nelle parole di Gravina resta comunque il rammarico della ‘separazione’ da Spalletti dopo il tonfo di Oslo: “È un sentimento di grande amarezza. Il nostro mondo vive anche di sentimenti e io devo essere sincero, con Luciano ho uno splendido rapporto e si è rafforzato in questi giorni. Ma quando si rompe un vincolo così legato alla quotidianità mi amareggia: è stato vittima e destinatario di attacchi”. Resta ancora nella mente comunque la rinuncia di Ranieri, che ha lasciati tutti ‘spiazzati. Ma c’è chi – come il presidente del Coni, Giovanni Malagò – che non accetta il termine ‘tradimento’ nei confronti del tecnico giallorosso. “E’ una persona molto seria e quello che apprezzo di lui, merce rara nel mondo dello sport e del calcio, è che quando dà la parola, qualunque cosa succede, la rispetta. E questo è quello che ha fatto Ranieri. La mia opinione è che Claudio avrebbe da subito sostenuto una sua non disponibilità. Se ci fossero state le condizioni per poterlo fare sicuramente avrebbe preso seriamente in considerazione l’opportunità”. Ora non resta che valutare e analizzare con cura il sostituto senza sbagliare. Rimo Gattuso ha una storia importante e tre Mondiali alle spalle ma come ha fatto notare il ministro Andrea Abodi “è un errore pensare che sostituire il ct determini un cambiamento di atmosfera. Bisogna interrogarsi come si è arrivati a queste prestazioni. Non sono invadente ma il sistema si metta in discussione”.