Guerra di camorra nel regno dei Moccia. I due omicidi non sarebbero collegati tra di loro

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Antonio Vitale e Pasquale Buono

AFRAGOLA – Due omicidi in meno di ventiquattro ore, pochi chilometri a separarli, ma un’unica costante a fare da sfondo: la criminalità organizzata. Cardito e Afragola sono diventati teatro di sangue con l’uccisione di Antonio Vitale e Pasquale Buono, due esecuzioni che agitano gli equilibri già precari della provincia Nord di Napoli. Le indagini degli uomini della Squadra Mobile guidati dal capo Giovanni Leuci e dal vice questore Antonio Serpico sono in corso, ma al momento non ci sono elementi che colleghino direttamente i due episodi, anche se entrambe le vittime gravitassero attorno ai Moccia.

Antonio Vitale è stato freddato martedì mattina intorno alle 10 a Cardito. Il suo nome era già emerso negli ambienti investigativi in relazione al gruppo Orefice, costola del clan Pezzella, a sua volta rientrante nella galassia Moccia. Un omicidio che riporta a galla vecchi equilibri e nuove tensioni. La sera successiva, verso le 19 è toccato a Pasquale Buono, ucciso ad Afragola. Incensurato, Buono non risultava al centro di particolari attività criminali, ma secondo le ricostruzioni investigative, anche lui orbitava nel perimetro del clan. Il suo nome era stato fatto da un collaboratore di giustizia che lo aveva indicato come autista in operazioni riconducibili a personaggi della cosca afragolese, accuse rimaste però prive di esiti giudiziari.

Il contesto in cui si muovono gli investigatori è quello di una camorra che ha mutato pelle. Il clan Moccia ha ormai assunto una fisionomia imprenditoriale, con radici ben piantate nell’economia legale e proiezioni finanziarie che superano i confini della Campania. Il cuore operativo resta comunque nei comuni dell’hinterland nord di Napoli, dove il potere viene gestito da referenti locali che si muovono con una certa autonomia, secondo una struttura piramidale come delineato dalle ultime relazioni dell’Antimafia.

Afragola, Cardito, Caivano, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Arzano e Casoria formano un mosaico di territori dove i gruppi si spartiscono affari illeciti, estorsioni, piazze di spaccio, ma anche quote in appalti pubblici e operazioni di riciclaggio. In questo scenario ogni delitto rischia di stravolgere alleanze e rapporti di forza. Un omicidio può diventare il preludio a una nuova guerra o l’effetto collaterale di una ristrutturazione interna. A proposito, non è escluso infatti che Buono sia stato vittima di un’epurazione interna.

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