CASAL DI PRINCIPE – Colloqui tesi in carcere fra il boss Francesco “Sandokan” Schiavone e i familiari sulle questioni legate ai terreni. E’ quanto emerge dall’ordinanza che ha portato all’arresto del 37enne figlio del boss, Ivanhoe Schiavone, e di Pasquale Corvino, 55enne originario di Casale ma da tempo residente a Formia. Sandokan mostra- va preoccupazione per i fondi dai quali la famiglia traeva
sostentamento e che sono stati acquistati, secondo gli inquirenti, con i ricavi dell’attività criminale. Alcuni terreni si trovano nel centro di Casal di Principe, altri in località Ma- donna di Briano, ai confini con Villa di Briano, e in località Selvalunga, in territorio di Grazzanise. Le sorelle Angela e Giuseppina riferiscono a Sandokan che la moglie Giuseppina Nappa ne aveva venduto alcuni per coprire le del processo e per il sostentamento della famiglia e dei detenuti.
Si registra anche uno scambio di accuse fra Giuseppina Nappa e la cognata Angela Schiavone per la cattiva gestione dei proventi delle attività criminali: Angela si lamenta di non avere avuto niente dalla moglie. Agli atti c’è un dialogo teso fra il boss e la moglie: la donna si ostina a parlare di Selvalunga e di proprietà già sequestrate, Schiavone cerca di sapere qualcosa di altri terreni dati in affitto. In diversi casi
gli intestatari fasulli (fra l’altro, Sandokan aveva comprato terreni lasciandoli intestati ai proprietari originari per evitare sequestri) avrebbero rivenduto le proprietà o comunque ne avrebbero tratto profitti senza dare nulla alla famiglia Schiavone. Si parla fra l’altro di una vigna a Latina (a conferma degli interessi dei Casalesi nel basso Lazio): la Nappa informa il marito che la persona alla quale risultava intestata l’avrebbe venduta e non avrebbe dato nulla a Sandokan.
Il boss sapeva che le sue conversazioni erano sotto controllo: quando la moglie inizia a parlare esplicitamente di alcuni proprietari dei terreni, lui le intima di non parlare e la donna gli fa notare che i nomi sono agli atti e quindi c’è poco da nascondere. “Glieli hai detti tu” ribatte Schiavone. Fra i colloqui più recenti c’è quello del 9 marzo 2024, periodo di inizio della collaborazione con la giustizia del boss:
Schiavone chiede alla moglie di alcune proprietà delle quali avrebbe potuto riferire nel corso degli interrogatori, lei gli cita terreni dei quali aveva parlato il figlio Nicola Schiavone, collaboratore di giustizia, ma gli intestatari fittizi non le avevano restituite né avevano versato denaro. Viene quindi fatto un chiaro riferimento a Ivanhoe che doveva vendere il terreno a Selvalunga. I ricavi delle vendite sarebbero state destinate anche a Ivanhoe, che avrebbe avuto un ruolo importante nelle trattative.