CASAPESENNA – È il fratello di Vincenzo Zagaria, boss ergastolano, uno dei padrini del clan dei Casalesi che, fino al 1997 – data del
suo arresto – aveva rappresentato nella zona di Trentola Ducenta. E come il fratello, ma per episodi meno gravi, anche lui è stato con
dannato (ed ora è in carcere) per reati di mafia. Parliamo di Guido Zagaria. Perché lo facciamo? Perché nonostante un verdetto irrevocabile lo leghi al mondo della mafia dell’Agro aversano, ha continuato, tramite la società Lido Nettuno srl, a beneficiare di una concessione per un lido balneare a Castel Volturno. Circostanza che è balzata agli occhi dell’autorità giudiziaria nel corso di un recente controllo effettuato dalla
guardia di finanza e dalla capitaneria di porto presso la struttura balneare, spingendo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata da
Pierpaolo Bruni, a disporre un sequestro d’urgenza.
Secondo il Codice antimafia, infatti, ai condannati per reati di criminalità organizzata è vietato beneficiare di concessioni. Eppure la società,
di cui Zagaria è amministratore e proprietario della metà delle quote, ne ha usufruito fino al blitz di ieri. Stando a quanto ricostruito dal pm Stefania Pontillo e Luisa Turco, che hanno condotto l’inchiesta, la concessione non è più valida: è da considerare decaduta in seguito alla sentenza della Corte d’appello di Napoli, emessa nel 2021 e divenuta irrevocabile nel 2023, con la condanna di Guido Zagaria a dieci anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sullo stop ha pesato anche un decreto del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che lo aveva sottoposto alla sorveglianza di pubblica sicurezza.
Guido Zagaria non è il solo proprietario della Lido Nettuno srl: come detto ne ha la metà delle quote e l’altra porzione è intestata al fratello
Raffaele. La prima concessione alla società risale al 1993, poi ne è seguita un’altra nel 2004, con proroghe dal 2013 al 2020 e una nuova istanza nel 2021. Il 24 luglio scorso il lido è tornato sotto la lente degli inquirenti. I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria, guidati dal tenente colonnello Carlo Cardillo, hanno effettuato un sopralluogo. A riceverli è stato Pietro Fontana, cognato di Guido Zagaria e anche lui condannato per reati di camorra con sentenza irrevocabile nel 2004. Fontana si è dichiarato gestore della struttura. Sul posto c’erano anche Domenico Zagaria, figlio di Guido, che ha ammesso di lavorare in nero, e altri due dipendenti senza contratto.
Dalle indagini è emerso inoltre che lo scorso marzo Raffaele Zagaria aveva chiesto al Comune di Castel Volturno di aderire a un piano di rientro e compensazioni per ottenere la proroga della concessione. È stato poi accertato che la società non presentava bilanci dal 2005. “Ad inizio anno – ha spiegato il sindaco Pasquale Marrandino – abbiamo avviato la procedura per la revoca della concessione ai fratelli Zagaria. L’iter era partito quando avevamo chiesto i carichi penali pendenti e non ci erano stati comunicati”.
Il provvedimento di sequestro dovrà ora essere valutato dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che potrà confermarlo o ritenerlo
infondato. Guido Zagaria, la cui scarcerazione è prevista tra circa due anni, è difeso dall’avvocato Guido Diana.