Casal di Principe, stalking all’ex fidanzata: arrestato ‘Mowgli’

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CASAL DI PRINCIPE – Era ai domiciliari fuori regione, ma da qualche giorno è tornato in cella. Si tratta di Giorgio Monaco, alias Mowgli. Il ragazzo è stato raggiunto da una nuova ordinanza cautelare con l’accusa di stalking ai danni di una giovane. L’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, è sfociata nella misura eseguita dai carabinieri di Teverola. Monaco era stato arrestato nel giugno 2024 con le accuse di spaccio di droga, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. La Procura aveva chiesto 5 anni e 6 mesi di reclusione, mentre il Tribunale di Napoli Nord lo ha condannato a 5 anni e 2 mesi. Secondo l’accusa, il giovane, assistito dall’avvocato Mirella Baldascino, gestiva una piazza di spaccio allestita in un palazzo di via Taormina, dove fu arrestato dai carabinieri.

La struttura, parzialmente incompleta, era arredata solo con un divano e un tavolino, sul quale, al momento del blitz, fu trovata una pistola ad aria compressa. All’interno, i militari individuarono anche strumenti per tagliare e confezionare dosi, oltre a contenitori intrisi di droga e denaro contante. Nel marsupio di Monaco, inoltre, furono rinvenuti foglietti con appunti di grammi, nomi e cifre che, secondo la Procura, documentavano i rapporti del giovane con acquirenti e fornitori. La casa di via Taormina, adibita a base di spaccio, era dotata di un sistema di monitoraggio per controllare eventuali incursioni delle forze dell’ordine. Mentre si trovava ai domiciliari (per la condanna riguardante lo spaccio di droga), Monaco aveva attirato l’attenzione degli investigatori per una videochiamata effettuata dalla sua abitazione con Federico Barrino, alias Paciotto, oggi in carcere con l’accusa di associazione mafiosa.

Secondo la Dda, Barrino (fino al 2022) si occupava di mantenere i contatti tra il boss Gianluca Bidognetti, quando era recluso nel carcere di Terni in alta sicurezza, e gli affiliati liberi. Durante quella videochiamata, insieme a Monaco c’erano altri due ragazzi. Uno di loro era già finito nel mirino degli investigatori della Squadra Mobile di Caserta: Antonio Pagano, 35 anni, di Aversa. Pagano è nipote di Ernesto Dante Pagano, nato nel 1932 a San Cipriano d’Aversa e ucciso nel 1977 in un agguato camorristico a Varcaturo. Figura riconducibile al cosiddetto ‘guappo’, si occupava di risolvere conflitti privati e garantire protezione ai commercianti locali in cambio di denaro. Antonio è anche nipote del suo omonimo, affiliato al gruppo di Raffaele Cutolo, assassinato nel 1989 insieme ad altre quattro persone durante la faida tra la Nuova Camorra Organizzata e i Casalesi.

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