Clan Cuccaro-Aprea, rischio scissione. Salta l’accordo sull’estorsioni a Barra

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Luigi Aprea ed Angelo Cuccaro

NaPoLI – La tregua, se mai c’è stata, è finita. Dopo un Ferragosto relativamente tranquillo, l’allarme racket torna a far tremare Napoli, con due episodi inquietanti che hanno coinvolto attività commerciali in due diversi quartieri della città: Barra, nell’area orientale, e Colli Aminei, nella zona collinare. Due atti intimidatori, due esercizi presi di mira, stessa modalità: danni alle serrande durante la notte, senza alcun furto e senza una rivendicazione. Ma il messaggio, tra le righe, è chiaro. Il primo episodio è avvenuto nella notte tra domenica 17 e lunedì 18 agosto, nel cuore di Barra, in piazza Abbeveratoio. Bersaglio: la pasticceria “Casa Lago”, da anni punto di riferimento per residenti e avventori del quartiere. Ignoti hanno danneggiato la serranda del locale, che tuttavia non ha riportato gravi danni ed è rimasto regolarmente aperto il giorno successivo. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato San Giovanni-Barra, che hanno avviato subito le indagini con il supporto della Squadra Mobile della Questura.

Il titolare della pasticceria, ascoltato dagli investigatori, ha dichiarato di non aver ricevuto minacce né richieste estorsive, e di non avere idea di chi possa aver compiuto il gesto. Una versione che però non ha spento i sospetti degli inquirenti, che stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona e passando al setaccio altri episodi simili. Il secondo caso, più grave, risale a cinque notti fa in viale Colli Aminei. Due individui incappucciati hanno cosparso di benzina la serranda del negozio di abbigliamento “Anthea Lab”, appiccando poi il fuoco prima di fuggire nel buio. Le fiamme sono state domate in tempo dai vigili del fuoco, ma anche in questo caso la natura dell’azione non lascia spazio a dubbi: si tratta di un’intimidazione vera e propria. Seppur avvenuti in quartieri differenti, gli episodi sembrano seguire un copione noto e già visto in città: minacce silenziose, danni mirati, nessuna parola scritta ma un segnale chiaro rivolto ai titolari. Il racket delle estorsioni, insomma, non è mai scomparso davvero, nemmeno durante i periodi di apparente calma.

Nel quartiere orientale, e in particolare a Barra, la situazione è da tempo sotto osservazione. Storicamente, la zona è controllata da due clan di camorra: gli Aprea e i Cuccaro. Una vecchia alleanza che negli ultimi anni si sarebbe incrinata, lasciando spazio a nuove formazioni criminali e ridisegnando la mappa del potere sul territorio. Nonostante ciò, negli ultimi tempi non si registrano conflitti armati tra clan nella zona, segno che una tregua – almeno tra i gruppi dominanti – sembra reggere. Ma tregua non significa pace, e tanto meno legalità. Proprio la relativa “stabilità” del quartiere potrebbe aver favorito il ritorno a pratiche criminali più silenziose, ma altrettanto pericolose: il racket delle estorsioni, appunto. Un meccanismo che agisce nell’ombra, alimentato dalla paura e dal silenzio. Lo stesso silenzio che spesso accompagna
le dichiarazioni dei commercianti colpiti, reticenti o realmente ignari della matrice dei danneggiamenti.

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