Scarcerato Emilio Martinelli. Per il figlio del boss condanna ridotta a otto anni

Il figlio del boss Enrico riconosciuto colpevole di associazione mafiosa

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Emilio Martinelli, il figlio del boss Enrico

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Dalla cella al ritorno tra le mura domestiche. Emilio Martinelli (nella foto), detto ’o Barone, figlio di Enrico, storico esponente del clan dei Casalesi, ha ottenuto uno sconto di pena e soprattutto la scarcerazione: la Corte d’appello di Napoli, ieri, ha ridotto la sua condanna a 8 anni di reclusione disponendo contestualmente i domiciliari.

Il verdetto conferma l’impianto accusatorio sull’associazione mafiosa, ma ridimensiona la sua posizione: non come capo della cosca sanciprianese, come ipotizzato in primo grado dalla Procura di Napoli, bensì come semplice partecipe.
A difendere Martinelli gli avvocati Domenico Dello Iacono e Ferdinando Letizia, che ora attendono le motivazioni per valutare un eventuale ricorso in Cassazione.

La sua figura criminale era già emersa nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa e della Squadra mobile di Caserta, confluite prima nell’inchiesta su Oreste Reccia, arrestato nel 2021, e poi nell’operazione che nel 2022 ha colpito la cosca Bidognetti, oggi guidata da Gianluca, detto Nanà, figlio del boss ergastolano Cicciotto ’e Mezzanotte.

Determinanti anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Vincenzo D’Angelo, alias Biscottino e genero di Cicciotto, ha raccontato che Martinelli non si sarebbe limitato alle estorsioni ma avrebbe gestito traffici di droga, truffe legate al superbonus 110% e noleggi di auto di lusso, attività che – pur emerse nelle indagini – non sono finite nell’impianto processuale conclusosi in Appello. Prima di lui, nel 2018, Walter Schiavone, figlio di Sandokan, lo aveva indicato tra i soggetti che versavano parte dei proventi dello spaccio. Già nel 2013, invece, pentiti come Eduardo Di Martino e Raffaele Maiello avevano ricostruito i rapporti tra Martinelli e Carmine Schiavone, detto Carminotto, cui ’o Barone era legato fin da giovanissimo grazie al ruolo ricoperto dal padre.

Secondo la Dda, la scalata di Martinelli negli ultimi anni aveva creato frizioni interne, sia con il gruppo Bidognetti sia con i familiari di Francesco Schiavone. A rafforzare il quadro accusatorio erano arrivate intercettazioni e attività di osservazione che nel 2023 avevano spinto i pm Maurizio Giordano e Francesco Raffaele a chiederne e ottenerne l’arresto.

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