NAPOLI – A Ponticelli, nella periferia est di Napoli, si sta consumando una nuova stagione di violenza camorristica che vede protagonista il clan De Micco, da tempo in guerra per il controllo del territorio con i De Luca Bossa e i reduci della storica cosca dei Sarno. La strategia adottata dalla cosca – alleata con i De Martino – è chiara e brutale: colpire trasversalmente, attraverso una serie di agguati e intimidazioni che non risparmiano nemmeno chi non ha un ruolo attivo nella criminalità organizzata, ma è soltanto legato da vincoli di sangue o affinità a esponenti dei clan rivali. L’obiettivo è uno solo: seminare il terrore e riaffermare la propria supremazia sul quartiere, in un momento in cui gli equilibri criminali sembrano tornare in discussione. La cattura di figure chiave, come il boss Francesco De Martino, sua moglie e i figli, ha infatti temporaneamente indebolito la posizione della cosca alleata. Una vulnerabilità che i De Micco cercano ora di colmare con l’escalation della violenza. Negli ultimi mesi, Ponticelli è tornata a essere teatro di agguati mirati e intimidazioni, messaggi chiari diretti non solo ai rivali, ma a tutta la comunità.
L’obiettivo sono spesso perso- ne estranee agli affari criminali, ma con legami familiari con esponenti dei clan De Luca Bossa o ex affiliati ai Sarno. Una modalità che richiama le logiche della guerra psicologica, dove il bersaglio non è scelto solo per eliminare un nemico, ma per destabilizzare emotiva- mente le famiglie rivali e mostrare che nessuno è al sicuro. Una delle caratteristiche più inquietanti di questa strategia è proprio l’intenzionale coinvolgimento di “vittime innocenti”. Un metodo che punta a minare il tessuto sociale già fragile di Ponticelli, generando un clima di paura e sfiducia verso lo Stato, incapace – almeno agli occhi dei residenti – di proteggere chi sceglie di
stare lontano dalla criminalità.
Il clan De Micco, noti anche come “Bodo”, ha storicamente usato il terrore come arma di controllo. Ma oggi questa tattica si mostra ancora più aggressiva e indiscriminata, frutto della pressione crescente della concorrenza tra clan e della necessità di confermare la propria egemonia in una fase di riorganizzazione della mappa criminale partenopea. La zona orientale, in particolare, è attraversata da continui rimescolamenti di alleanze, faide e rappresaglie, in cui la popolazione resta ostaggio silenzioso. Le forze dell’ordine monitorano con attenzione l’evolversi della situazione. Le recenti operazioni che hanno portato all’arresto di figure di spicco dei De Martino rappresentano un colpo importante per la criminalità organizzata, ma rischiano anche di innescare reazioni violente da parte delle cosche alleate, come i De Micco, alla ricerca di una leadership incontrastata. Il rischio di un’escalation è concreto. Nel frattempo, a Ponticelli si vive con il fiato sospeso.