CAIVANO – Parco Verde sotto assedio: smantellata piazza di spaccio hi-tech. Dopo la stesa e le intimidazioni a don Patriciello, controlli serrati dei carabinieri. Un vano a doppio fondo, telecamere Hd, oltre un chilo di cocaina purissima: così era organizzata la nuova base dello smercio nel cuore del rione. L’operazione dei carabinieri arriva in un momento di massima allerta dopo la duplice stesa e le minacce al parroco simbolo della lotta alla camorra. Il respiro del Parco Verde è trattenuto da giorni. Da quando gli spari hanno trafitto il silenzio del rione e l’ombra della camorra è tornata a farsi sentire, la tensione non si è più dissolta. E ora, in quella stessa rete di strade e palazzoni popolari, è stata smantellata un’altra piazza di spaccio: moderna, nascosta, perfettamente congegnata per sfuggire alle forze dell’ordine. L’operazione dei carabinieri della compagnia di Caivano, scattata nelle ultime ore, è stata chirurgica: un colpo inferto nel cuore di un sistema criminale che da decenni cerca di sopravvivere a ogni ondata repressiva. Un sistema che, nonostante gli arresti, nonostante le denunce, prova sempre a rialzare la testa. Durante una perquisizione a tappeto degli ambienti comuni di uno dei palazzoni simbolo del degrado urbano, i militari hanno individuato un vano a doppio fondo nell’androne condominiale. All’apparenza un semplice muro, ma in
realtà un sofisticato nascondiglio alimentato da un sistema elettronico che permetteva di aprire e chiudere il comparto in pochi secondi.
All’interno, 16 panetti di cocaina: un chilo e 200 grammi di polvere ancora da tagliare, pronta a inondare le strade del rione e della provincia. Poco distante, sotto un corrimano, altri 167 grammi di hashish e un proiettile calibro 22, segno che la droga e la violenza viaggiano ancora, drammaticamente, a braccetto. Ma la scoperta più inquietante è arrivata nel sottoscala: una vera e propria postazione di controllo, degna di un’operazione militare. Telecamere in Hd puntate sulle strade d’accesso al rione, collegate a un maxi monitor. L’obiettivo era chiaro: intercettare l’arrivo delle forze dell’or- dine e dare l’allarme ai pusher prima che potessero essere sorpresi. L’operazione non arriva in un momento qualsiasi.
Il Parco Verde è di nuovo sotto i riflettori nazionali dopo la duplice stesa e l’intimidazione nei confronti di don Maurizio Patriciello, parroco simbolo della resistenza civile contro la camorra. Gli spari, esplosi nei giorni scorsi, hanno scosso la comunità e risvegliato la memoria di un territorio che non ha mai smesso di essere terre- no di conquista per i clan. Per questo, la sorveglianza è oggi al massimo livello. Pattuglie, posti di blocco, perquisizioni: ogni movimento è monitorato con attenzione, ogni timido tentativo di ricostruire il business della droga viene
soffocato sul nascere. Il sequestro non è solo un colpo al narcotraffico locale, ma anche una fotografia inquietante: la camorra continua a evolversi. Nascondigli invisibili, sistemi elettronici, videosorveglianza di ultima generazione: tutto al servizio di un’economia sommersa che si alimenta della disperazione e del silenzio.
Ma stavolta, quella tecnologia non è bastata. L’intervento dei carabinieri ha permesso di disarticolare la struttura logistica della piazza, impedendo che la cocaina raggiungesse il mercato e sottraendo risorse preziose ai gruppi criminali che ancora infestano la zona. Oltre al sequestro della droga, l’operazione ha portato a un imponente controllo della circolazione: 98 veicoli ispezionati, 21 sanzioni elevate, decine di persone identificate. Un’azione capillare, simbolo della presenza costante dello Stato in un territorio dove per anni la camorra ha dettato legge.