NOME E FOTO. Latitante da oltre un anno, scovato in strada a Qualiano

246
Alessandro Marasco

MARANO – La latitanza, si sa, per sua natura è una vita vissuta al margine, un’esistenza ritagliata tra l’ombra e l’ossessione del passo falso. La vita alla macchia, come viene spesso definita. Per Alessandro Marasco, 35 anni, di Marano, considerato vicino alle dinamiche criminali del clan Orlando-Polverino-Nuvoletta, quel confine si è spento lunedì mattina a Qualiano, lungo via di Vittorio. Un epilogo inatteso e sobrio per una fuga durata oltre un anno, terminata in un’atmosfera quasi casuale, davanti a un bar, mentre scambiava qualche parola con altri. Era l’alba del 6 agosto 2024 quando Marasco sfuggì alla vasta operazione anticamorra condotta dai carabinieri della compagnia di Marano di Napoli. Quel blitz, scaturito da un provvedimento del Tribunale di Napoli su appello della Direzione distrettuale antimafia, aveva travolto una rete di spaccio che teneva in scacco l’area nord della provincia. L’accusa era grave: un’organizzazione dedita al traffico di droga, meticolosa nel suo funzionamento interno, tanto da prevedere le cosiddette “mesate,” una retribuzione mensile fissa destinata agli affiliati per il lavoro svolto nelle singole piazze. Una struttura capillare e remunerativa che garantiva lealtà e silenzio.

Da quel giorno, Marasco era diventato un fantasma, una tessera mancante nel mosaico investigativo. La sua scomparsa non aveva però interrotto l’attività investigativa. Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna, sotto il costante coordinamento della Dda di Napoli, ha proseguito una caccia paziente, fatta di intercettazioni silenziose e di analisi dei pochi fili lasciati scoperti. Gli accertamenti hanno lentamente disegnato la traiettoria della sua latitanza, rivelando un dettaglio cruciale: l’uomo aveva trascorso gran parte del suo tempo in Spagna, in un luogo imprecisato. La vita da fuggiasco, si è scoperto, aveva presto incrociato un’altra indagine internazionale. Marasco non era un ricercato solo in Italia. Era finito nel mirino delle autorità iberiche, gravato da un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Tribunale di Marbella, che lo vedeva coinvolto in un’associazione finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio. Un ulteriore strato
di illegalità che sottolinea come le attività della criminalità organizzata campana non conoscano confini, utilizzando l’Europa come base operativa e nascondiglio. Il cerchio si è definitivamente stretto lunedì mattina.

Le indagini hanno portato gli investigatori a Qualiano, nel cuore del territorio campano. L’uomo era appena sceso da un’auto e si trovava in strada, davanti a un bar, intento a chiacchierare con alcune persone. Un momento di pausa, forse di illusoria sicurezza, che è costato la libertà. L’intervento dei Carabinieri del Nucleo Investigativo è stato chirurgico e rapido. Non c’è stato tempo per una fuga disperata o una reazione violenta. Il 35enne non ha opposto resistenza, accettando la fine della sua corsa clandestina con una quiete forse figlia dell’esaurimento. La perquisizione immediata ha con- fermato la complessità della sua esistenza parallela. Addosso, Marasco custodiva gli strumenti essenziali di un fuggitivo internazionale: uno smartphone criptato, oggetto che sarà ora sotto- posto a rigorosi accertamenti per svelare la rete di contatti e i flussi di informazione mantenuti durante la latitanza, e diverse schede telefoniche straniere, testimoni silenziose dei tentativi di occultamento e della sua permanenza all’estero. Trasferito in carcere, Alessandro Marasco è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome