Forza Italia scarica la vicesindaco Biondo. Martusciello: “Stop alla sua candidatura”

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Veronica Biondo

S. MARIA A VICO – Un partito garantista. E non potrebbe essere altrimenti, perché è fedele ai principi del suo fondatore, Silvio Berlusconi. Ma questa volta, a giudicare dalle parole del coordinatore regionale Fulvio Martusciello, il garantismo tanto evocato non è andato fino in fondo: non garantirà a Veronica Biondo di proseguire la corsa verso le elezioni regionali. La sua candidatura, insieme a quelle di altri sette aspiranti consiglieri, era stata presentata appena la scorsa settimana a Caserta, in un incontro pubblico con il parlamentare Maurizio Gasparri come ospite d’onore. Ora però il partito, che nel Casertano – almeno per numeri e influenza – ha scelto di farsi guidare dall’ex deluchiano Giovanni Zannini, ha deciso di ‘scaricare’ la vicesindaca di Santa Maria a Vico, finita ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli su un presunto scambio elettorale politico-mafioso.

Martusciello è stato netto: “Veronica Biondo non sarà in lista”. Il coordinatore regionale di Forza Italia ha spiegato che “il partito si riunirà per approvare la lista provinciale di Caserta. Prendiamo atto di quanto avvenuto – ha aggiunto – e individueremo un possibile sostituto della candidata. Le facciamo gli auguri, sperando che possa chiarire quanto prima la sua posizione”. Martusciello ha chiarito di aver “alzato l’asticella nei confronti dei reati di criminalità organizzata”, “dimostrando quanto sia libero Edmondo Cirielli (candidato governatore del centrodestra, ndr). Ora – ha aggiunto – tocca a Fico dimostrare se è libero o no”.

La Biondo, nel discorso con cui aveva annunciato la candidatura, aveva parlato del suo ‘ritorno’ in Forza Italia e del proprio impegno amministrativo a Santa Maria a Vico. Nel partito si puntava molto su di lei, convinti che potesse intercettare i voti della Valle di Suessola, territorio dove godeva di un consenso crescente: dai 471 voti del 2015 ai 1.522 ottenuti nel 2020, le elezioni ora finite sotto la lente della magistratura. Insomma, il garantismo di Forza Italia, questa volta, si è fermato. Il partito non ha avuto esitazioni nell’accogliere e dare spazio a Giovanni Zannini, alle prese – da libero cittadino – con un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere che ipotizza a suo carico corruzione e truffa (ipotesi tutte da vagliare nei futuri processi).

Ma davanti all’ordinanza di arresti domiciliari per la Biondo, il garantismo si è incrinato. L’inchiesta della Dda inevitabilmente aprirà ora un nuovo fronte di dibattito: tra chi griderà alla magistratura a orologeria e chi difenderà l’operato della Procura e del Tribunale. E potrebbe riaccendere, anche nel campo del centrosinistra che sostiene Roberto Fico presidente, la discussione sulle ‘liste pulite’, ovvero sul confine – sempre sottile – tra garantismo politico e opportunità elettorale.

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