CASAL DI PRINCIPE – A Casal di Principe si riaccende il dibattito sullo stato di abbandono di numerose abitazioni e terreni interni, spesso nascosti tra le stradine del centro storico o nei quartieri più periferici. In molti casi si tratta di immobili confiscati alla criminalità organizzata, oggi lasciati senza cura, in balia del tempo, delle erbacce e dei rifiuti. Un problema che non riguarda soltanto il decoro urbano, ma che tocca direttamente la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini. Le segnalazioni più recenti arrivano da via Benevento e via Madrano, due strade dove i residenti convivono quotidianamente con cortili invasi da sterpaglie, muretti pericolanti e spazi che, di notte, diventano ritrovi improvvisati per chi cerca riparo o vuole agire lontano da occhi indiscreti. Una prima denuncia è giunta da un confinante di uno stabile ormai fatiscente in via Benevento, che ha chiesto l’intervento del Comune per la messa in sicurezza e la bonifica dell’area. Poco dopo, un’altra cittadina ha segnalato una situazione analoga, confermando che il problema non è isolato, ma diffuso in più punti della città. Nel caso di via Benevento, le verifiche hanno fatto emergere un dettaglio significativo: l’immobile e il cortile annesso risultano essere beni confiscati, dunque di proprietà pubblica. Una scoperta che, invece di semplificare le procedure, sembra complicarle ulteriormente.
“Non sappiamo più a chi rivolgerci”, raccontano i residenti, “perché se non è più del privato, ma dello Stato, ci aspettiamo che le istituzioni se ne prendano cura. Invece, tutto resta così, abbandonato e pericoloso”. l Comune, da parte sua, si trova spesso in una posizione di impotenza. Molti beni confiscati sono formalmente intestati all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata (Anbsc) e, fino alla loro assegnazione definitiva, il Municipio può solo limitarsi a segnalare la situazione. Quando, invece, gli immobili risultano ancora di proprietà privata, il problema si sposta su un altro piano: spesso è impossibile rintracciare i proprietari, irreperibili o deceduti, e quindi anche notificare un’ordinanza di messa in sicurezza diventa un’impresa. Nel frattempo siamo noi cittadini a subire le conseguenze», spiega un residente di via Madrano, “le erbacce arrivano fino ai balconi, i topi girano liberamente e l’odore di umido e di marcio è insopportabile. Non si tratta solo di estetica: è una questione di igiene e di salute pubblica”.
Il Comune, già alle prese con difficoltà economiche e una burocrazia complessa, cerca di intervenire dove possibile. Ma i costi per le bonifiche, la rimozione dei rifiuti o la messa in sicurezza di edifici pericolanti sono elevati, e senza la possibilità di rivalersi sui proprietari o di utilizzare rapidamente gli immobili confiscati, molte aree restano in uno stato di limbo.



















