Medioriente, oltre 100 morti palestinesi nei raid su Gaza

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A body of a Palestinian killed in an Israeli army airstrikes is brought to Shifa Hospital in Gaza City, Tuesday, March 18, 2025. (AP Photo/Abdel Kareem Hana)

TEL AVIV – È stata una notte di sangue nella Striscia di Gaza, appena tre settimane dopo l’annuncio del cessate il fuoco. Gli scontri sono riesplosi con violenza dopo l’uccisione di un soldato israeliano negli scontri con Hamas a Rafah e il successivo “inganno del corpo restituito”, che secondo l’esercito israeliano avrebbe scatenato la reazione di Tel Aviv. Su ordine del premier Benyamin Netanyahu, le forze armate israeliane (Idf) hanno lanciato quella che è stata definita una nuova ondata di “potenti attacchi aerei”, concentrata soprattutto nel nord e nel centro della Striscia. Il bilancio, secondo fonti di Gaza, è drammatico: 104 morti, di cui 46 bambini, e oltre 250 feriti. In mattinata l’esercito israeliano ha riferito di aver “colpito 30 terroristi che ricoprivano posizioni di comando” all’interno delle organizzazioni armate palestinesi, in risposta alle “violazioni di Hamas”, e ha annunciato la ripresa del cessate il fuoco a partire dalle 9 del mattino. Ma la tregua è durata poche ore. Il fragile cessate il fuoco, mediato e sostenuto dagli Stati Uniti, appare ora più che mai sospeso a un filo. Nonostante ciò, il presidente Donald Trump si è mostrato ottimista: “Nulla metterà a repentaglio il cessate il fuoco che porta il mio timbro”, ha dichiarato ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, ribadendo il sostegno pieno di Washington a Israele.

Trump ha giustificato la reazione di Tel Aviv: “Hanno ucciso un soldato israeliano. Quindi gli israeliani hanno reagito. E dovevano reagire”. Secondo fonti americane, Netanyahu avrebbe informato Washington prima di ordinare i nuovi attacchi nell’enclave palestinese, già
devastata da due anni di guerra. L’altro grande mediatore del cessate il fuoco, il Qatar, ha espresso la speranza che la tregua possa ancora reggere. Nel frattempo, il ministro della Difesa Israel Katz ha annunciato che Israele vieta al Comitato Internazionale della Croce Rossa di visitare i detenuti palestinesi, appellandosi a una legge che riguarda i “combattenti illegali”.

“Quelle visite mettono in pericolo la sicurezza nazionale”, ha dichiarato Katz, riferendosi ai prigionieri detenuti in Cisgiordania. L’avvocato dello Stato, Ron Rosenberg, ha spiegato che nei prossimi giorni sarà consentita alla Croce Rossa solo la notifica di informazioni essenziali – nomi e luoghi di detenzione – e soltanto per i detenuti non legati a Gaza o ad Hamas. Nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, Hamas dovrebbe consegnare quattro corpi di ostaggi israeliani nei prossimi giorni, tra cui i due che avrebbero. Ma con la nuova ondata di bombardamenti e l’ennesima violazione della tregua, la pace resta lontana.

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