NOMI E FOTO. Arrestati ex vicesindaco e dirigente di Caserta: inchiesta legata ai ‘giri’ di Angelo Grillo

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Vincenzo Ferraro e Giuseppe Gambardella

CASERTA – Torna a far parlare di sé una delle inchieste più note che hanno riguardato il Comune di Caserta. Dopo anni di processi, ricorsi e rinvii, si è chiuso definitivamente il caso sugli appalti truccati al Comune di Caserta, con la condanna definitiva e il conseguente arresto di Enzo Ferraro, 72 anni, ex vice sindaco di Caserta, e di Giuseppe Gambardella, 61 anni, già dirigente comunale, all’epoca responsabile del settore Politiche sociali. Entrambi sono stati raggiunti nei giorni scorsi dagli ordini di carcerazione: Ferraro è stato arrestato venerdì scorso, mentre Gambardella è stato fermato martedì alla stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi a Napoli dalla Polizia ferroviaria. Dopo le formalità di rito, i due sono stati tradotti in carcere: Ferraro dovrà scontare sei anni di reclusione, sette invece Gambardella. I reati al centro della vicenda risalgono al periodo compreso tra il 2005 e il 2014, anni in cui, secondo l’accusa, i due avrebbero pilotato l’aggiudicazione di una gara d’appalto per il servizio di trasporto disabili del Comune di Caserta. Al centro dell’inchiesta la cooperativa “Voglia di Vivere” (poi rinominata “Viaggiare Insieme” e successivamente sequestrata), riconducibile all’imprenditore marcianisano Angelo Grillo.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e culminate nel blitz del 17 maggio 2016, ipotizzarono che Ferraro e Gambardella avessero favorito la ditta di Grillo in cambio di denaro, assunzioni e altre utilità. In particolare, secondo quanto emerso, la cooperativa avrebbe ricevuto pagamenti con priorità rispetto ad altre aziende e agevolazioni nella gestione dei servizi appaltati. Inizialmente, ai due era stata contestata anche l’aggravante mafiosa, caduta poi già in primo grado. Con la successiva caduta di tale aggravante, parte dei reati è andata in prescrizione, ma le condanne per turbata libertà degli incanti e corruzione sono rimaste confermate
fino in Cassazione.

Enzo Ferraro, esponente storico del centrodestra casertano e originario di Falciano, frazione del capoluogo, è stato una figura di rilievo nella politica cittadina. Iniziò la sua carriera nei primi anni Duemila, diventando vicesindaco nel 2004 nella giunta guidata da Luigi Falco (Udc). Rimase in carica fino al 2006 e, dopo un periodo all’opposizione durante l’amministrazione di Nicola Petteruti (centrosinistra), tornò nuovamente alla vice-sindacatura con Pio Del Gaudio, sempre nell’area moderata del centrodestra. Giuseppe Gambardella, invece, ha avuto un lungo percorso tecnico-amministrativo nel Comune di Caserta, dove ha ricoperto incarichi dirigenziali dal 1998 al 2014. Era considerato una figura di riferimento nell’apparato burocratico municipale, con competenze in materia di politiche sociali e servizi alla persona.

L’indagine che portò al loro arresto nove anni fa si inserisce in un filone più ampio che interessò l’imprenditore Angelo Grillo, già noto alle cronache per una serie di appalti pubblici nel Casertano. Gli investigatori ricostruirono un sistema di favori, mazzette e scambi di
utilità, finalizzato a pilotare gare e Vincenzo Ferraro e Giuseppe Gambardella a garantire vantaggi economici e amministrativi a ditte riconducibili allo stesso imprenditore. Nel maggio del 2016 l’operazione – condotta da carabinieri e polizia giudiziaria – portò a numerosi provvedimenti cautelari: Ferraro fu colpito da ordinanza di custodia in carcere, mentre Gambardella fu sottoposto all’obbligo di dimora fuori dalla Campania. Provvedimenti poi revocati. Dopo anni di processi, appelli e giudizi di Cassazione, la condanna è divenuta definitiva, e ora i due ex amministratori dovranno scontare la pena.

Nell’impianto accusatorio della Dda di Napoli a beneficiare dei favori sarebbe stata una ditta riconducibile all’imprenditore Angelo Grillo, più volte arrestato e ritenuto collegato al clan Belforte di Marcianise. Si tratta dello stesso imprenditore dell’area casertana già arrestato più volte, e che aveva anche parzialmente collaborato con i pm: Grillo era ritenuto ‘trait d’union’ tra la pubblica amministrazione dei comuni casertani, gli ospedali e le imprese controllate dalla camorra. E a suo carico fu anche disposto un sequestro di beni per circa due milioni di euro. Furono dieci le persone che nel 2016 furono coinvolte nell’inchiesta i cui processi si sono poi conclusi in tempi diversi. Tra loro anche Angelo Grillo, oggi 75enne, detenuto da anni dopo le prime in chieste a suo carico.

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