SANTA MARIA A VICO – L’allevamento doveva essere solo una copertura. Del resto, Raffaele Piscitelli, “che doveva fare con le capre”, lui, considerato dagli inquirenti un uomo di spicco della criminalità organizzata suessolana. Dietro quell’immagine rurale, secondo l’Antimafia, si sarebbe mosso un soggetto di ben altro spessore: un uomo d’affari capace di passare dai pascoli ai grandi interessi economici – il business della droga – fino a spingersi, sempre secondo gli investigatori, nelle stanze della politica locale. Un criminale in grado di reggere una latitanza di oltre un anno, interrotta nel novembre 2023 grazie all’intervento della Squadra mobile di Caserta.
È questa la chiave di lettura che emerge dall’inchiesta della guardia di finanza di Marcianise, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che lo scorso ottobre ha portato a una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per Piscitelli e Domenico Nuzzo, e ai domiciliari per il sindaco Andrea Pirozzi, la vice Veronica Biondo, il consigliere Giuseppe Nuzzo e l’ex assessore Marcantonio Ferraro, tutti accusati di scambio elettorale politico-mafioso.
Piscitelli avrebbe superato da tempo il confine tra criminalità e imprenditoria, cercando legittimazione e opportunità attraverso la politica. Un salto di qualità che, sempre secondo l’accusa, si sarebbe concretizzato anche in una rete di relazioni con esponenti dell’amministrazione comunale, finalizzata a ottenere agevolazioni e aperture per i propri affari.
Il ‘mercato’ e la regola che doveva escludere i concorrenti
Uno degli episodi centrali ricostruiti nell’inchiesta riguarda un progetto di area mercato. Piscitelli – sostengono gli investigatori – avrebbe mirato a investire in un’area di circa 31 mila metri quadrati, destinata a ospitare una fiera settimanale, chiedendo il sostegno di amministratori e funzionari per ottenere modifiche regolamentari favorevoli.
In particolare, avrebbe spinto, tramite il suo intermediario Clemente De Lucia (non coinvolto nell’inchiesta), perché l’allora assessore Giuseppe Nuzzo promuovesse un regolamento comunale che imponesse fiere solo su “aree di rilevante estensione”. Una norma che – come spiegano gli inquirenti – avrebbe “fortemente limitato, se non escluso, eventuali concorrenti”.
Le intercettazioni ambientali acquisite nel fascicolo delineano – secondo la Dda – un dialogo costante tra Piscitelli e De Lucia sulla strategia da adottare per accaparrarsi l’area. Nelle conversazioni, l’allevatore diventato imprenditore discuteva della disponibilità dei terreni e del modo in cui “bloccare” la concorrenza, prospettando l’acquisto di fondi contigui per arrivare a una superficie sufficiente a ottenere l’autorizzazione comunale.
I contatti con gli amministratori
Dalle carte emerge anche il presunto ruolo di Clemente De Lucia come mediatore tra Piscitelli e gli esponenti istituzionali. In una riunione del 5 gennaio 2022, De Lucia avrebbe incontrato il sindaco Andrea Pirozzi e Veronica Biondo, sollecitando la definizione delle questioni riguardanti un chiosco comunale e la fiera settimanale. Dalle intercettazioni emergerebbe che De Lucia avrebbe insistito con la Biondo perché si attivasse sull’iter per la fiera, trovando in lei un rimando a un dipendente comunale indicato come tecnico incaricato di seguire la pratica. Durante il colloquio, De Lucia avrebbe inoltre fatto cenno alla necessità di “muoversi” per evitare che Piscitelli, irritato dai ritardi, revocasse il suo sostegno politico in vista delle successive elezioni comunali.
In un’altra chiacchierata ascoltata dalle fiamme gialle, datata 6 gennaio 2022, De Lucia avrebbe poi riferito all’assessore Nuzzo dell’incontro del giorno precedente, invitandolo a organizzare un vertice con la Biondo per chiudere le “questioni aperte”. Lo stesso Nuzzo, secondo l’Antimafia, avrebbe ammesso di aver già consegnato a un uomo di fiducia di Piscitelli una bozza del regolamento da modificare per consentire lo svolgimento della fiera anche su aree private.
La fiera settimanale, tuttavia, non sarebbe stata l’unica iniziativa d’interesse per il gruppo. I finanzieri hanno infatti individuato conversazioni, tra il luglio 2021 e il febbraio 2022, in cui Piscitelli e i suoi intermediari discutevano con amministratori comunali anche di un impianto di cremazione e della gestione di un chiosco in piazza San Marco.
Ad oggi, per quanto è a nostra conoscenza, non risulta approvato dal Comune di Santa Maria a Vico alcun regolamento che disciplini lo svolgimento di attività fieristiche private come quelle ipotizzate. Le contestazioni mosse dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli rappresentano, allo stato, una tesi investigativa che dovrà essere valutata e verificata nelle sedi processuali competenti.
Tutti gli indagati – Piscitelli, Pirozzi, Biondo, Nuzzo, Ferraro e gli altri coinvolti – sono da ritenersi innocenti fino a un’eventuale sentenza definitiva di condanna.
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