NOME E FOTO. Operaio 63enne di Scampia muore dopo 53 giorni di agonia

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Marco Iazzetta

AFRAGOLA – Dopo cinquantatré giorni trascorsi in bilico tra la speranza e l’ineluttabilità, la vita di Marco Iazzetta, operaio edile di 63 anni, si è spenta. Quella che era stata catalogata come l’ennesima tragedia sul lavoro, il 10 settembre scorso, si è consumata definitivamente nella tarda serata di domenica, presso la clinica Villa dei Fiori di Acerra. L’uomo non si è ripreso dalle ferite gravissime riportate in un cantiere di Scampia. Era un mercoledì come tanti quando, mentre era impegnato nelle sue mansioni in una palazzina in costruzione in via A. Labriola, Marco è precipitato, cadendo dal quarto al terzo piano. Un volo breve, ma sufficiente a spezzare un’esistenza e a lasciare dietro di sé un vuoto che la regolarità del suo contratto, purtroppo, non è riuscita a proteggere. Immediatamente dopo l’incidente, la scena in via Labriola si era riempita delle sirene dell’ambulanza del 118, giunta per i primi disperati soccorsi. Stabilizzato, l’operaio era stato trasportato d’urgenza in codice rosso all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stato ricoverato in terapia intensiva e in prognosi riservata. Un trasferimento alla clinica Villa dei Fiori, avvenuto in un momento successivo, ha rappresentato l’ultima tappa di una lunga e dolo- rosa battaglia medica che si è conclusa con l’aggravarsi delle sue condizioni.

La morte di Marco Iazzetta non è solo un lutto familiare, ma l’ennesima cicatrice che segna il drammatico elenco delle “morti bianche” in Campania, una terra dove il diritto alla sicurezza sul posto di lavoro troppo spesso si scontra con la fragilità dei cantieri. Mentre il corpo di Marco è stato trasferito al Secondo Policlinico Federico II per l’autopsia disposta dalla magistratura, le indagini dei carabinieri della stazione di Marianella proseguono. Il cantiere edile era stato posto sotto sequestro già nelle ore immediatamente successive all’incidente, un atto dovuto per ricostruire la dinamica e accertare eventuali responsabilità. Nelle prime fasi erano stati coinvolti anche i militari del nucleo operativo della compagnia Vomero e il Nil (Nucleo Ispettorato del Lavoro) di Napoli, affiancati dal personale dell’Asl Uoc Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro.

La caduta di Marco solleva l’ombra delle domande in attesa di risposte: l’attrezzatura era adeguata? Le misure di sicurezza erano rispettate? La verità è ora affidata agli investigatori che dovranno stabilire cosa abbia causato quella fatale interruzione del lavoro che ha avuto conseguenze irreparabili. Per chi lo conosceva, l’assenza di Marco è un colpo che spezza la quotidianità. “Ricorderemo per sempre il suo sorriso”, scrive un familiare sui social.

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