VOLLA – Si presenta di notte, dolorante e zoppicante, al Pronto Soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini, nel cuore della Pignasecca. Ha una ferita da arma da fuoco, localizzata al calcagno sinistro. La vittima è Francesco Cortese, di 42 anni, di Cercola e destinato a compiere 43 anni tra due settimane. L’episodio, avvenuto – stando alle sue dichiarazioni – al Parco Palladino a Volla, è ora al centro di un’indagine serrata condotta dai carabinieri della stazione di Volla, coadiuvati dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Torre del Greco. Il caso si presenta da subito come un profondo enigma, dove l’unica certezza è la pallottola, mentre il resto è avvolto nel buio della notte e in una versione dei fatti che gli inquirenti stanno faticosamente cercando di convalidare. Cortese è giunto in ospedale in uno stato di evidente sofferenza, ma fortunatamente fuori pericolo di vita.
I medici, dopo le prime cure urgenti, hanno emesso una prognosi di trenta giorni, riconoscendo il danno al piede sinistro, ma escludendo complicanze fatali. La prassi in questi casi è tassativa: ogni ferita d’arma da fuoco impone l’immediata notifica alle forze dell’ordine. I carabinieri hanno raggiunto il letto d’ospedale per raccogliere la prima, cruciale, testimonianza. Ed è qui che il racconto di Cortese ha introdotto il primo, grande elemento di mistero. L’uomo ha riferito ai militari di essere stato avvicinato da sconosciuti mentre si trovava in strada, nei pressi del Parco Palladino. Il colpo sarebbe stato sparato senza un motivo apparente, ha dichiarato Cortese, escludendo categoricamente che l’azione fosse stata preceduta da liti, discussioni o da un tentativo di rapina andato male. Un’aggressione improvvisa e muta, un’esecuzione parziale che lascia intendere un messaggio più che un’intenzione omicida. Il racconto del ferito è però immediatamente finito sotto la lente di ingrandimento degli investigatori. L’assenza di un movente chiaro, di una lite o di una rapina fallita, suona come una stonatura nel copione abituale della cronaca campana.
A rendere il quadro investigativo ancora più complesso è il profilo della vittima. Cortese, infatti, risulta essere noto alle forze dell’ordine. I suoi precedenti penali, secondo quanto emerso, riguardano principalmente reati contro il patrimonio, come i furti di automobili. Un dettaglio cruciale: le sue pregresse attività criminali non sembrerebbero essere direttamente collegate a conte sti di criminalità organizzata di stampo camorristico. Questo elemento di “bassa” criminalità, unito alla natura del ferimento – non mortale, ma estremamente mirato al calcagno – rende il caso particolarmente enigmatico. Perché col- pire un uomo in questo modo, nella notte, senza rubare nulla? Sul luogo indicato dal Cortese, l’attività investigativa è stata intensa. I militari dell’Arma hanno effettuato una serie di sopralluoghi, ma finora, gli accertamenti non avrebbero portato al ritrovamento di bossoli o tracce evidenti del conflitto a fuoco. L’assenza di riscontri balistici sul presunto luogo del ferimento getta un’ombra sulla veridicità della localizzazione fornita dalla vittima. Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, ma il silenzio dell’uomo sul movente spinge a considerare due piste principali, entrambe inquietanti: errore di persona o punizione per uno sgarro.



















