L’Italia dice no ai minori, il rapporto di Save the Children

Secondo l’Istat in Italia è povero un bambino su 10. Più di 1,3 milioni vivono in stato di povertà assoluta e senza opportunità educative

Foto LaPresse - Stefano Porta

ROMA (Alfredo Stella) – Povertà assoluta per i minori italiani. Lo spiega ‘Save The Children’, “Nuotare contro corrente”, il rapporto Istat riferito all’anno 2016 che viene diffuso oggi in occasione del lancio della campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto della povertà educativa. Secondo ‘Save The Children’ in Italia 1 bambino su 10 vive in stato di povertà assoluta. Una difficoltà oggettiva con cui minori e adolescenti devono confrontarsi e che li relega ai margini della società.

I dati

Sono bambini che vivendo in condizioni di indigenza, che non hanno opportunità educative. La metà non legge un libro, quasi 1 su 3 non usa internet e più del 40% non fa sport. Insomma l’Italia è un paese dove bambini e adolescenti non riescono a trovare una propria identità. Difficile emanciparsi dalle condizioni di disagio delle loro famiglie non avendo opportunità educative e spazi dove svolgere sport, attività artistiche, ludiche e culturali. Luoghi che, se restituiti attiverebbero percorsi di resilienza, grazie ai quali potrebbe raddoppiare la possibilità di miglioramento.

Ricordiamo che solo qualche giorno fa, sempre l’Istat aveva pubblicato lo specchio dello stato di vita con cui gli italiani sono costretti a fare i conti. Ebbene, circa 5 milioni di individui, l’8,3% della popolazione residente, in aumento rispetto al 7,9% del 2016 e al 3,9% del 2008. Le famiglie in povertà assoluta, secondo stime preliminari, sarebbero 1,8 milioni, con un’incidenza del 6,9%, in crescita di sei decimi rispetto al 6,3% del 2016 (era il 4% nel 2008).

Sempre nel 2017 in 1,1 milioni di famiglie italiane “tutti i componenti appartenenti alle forze di lavoro erano in cerca di occupazione”, pari a 4 famiglie su 100, in cui non si percepiva dunque alcun reddito da lavoro, contro circa la metà (535mila) nel 2008, ha inoltre sottolineato il presidente dell’Istat. “Di queste, – ha proseguito – più della metà (il 56,1%) è residente nel Mezzogiorno. Nel complesso si stima un leggero miglioramento rispetto al 2016 (15mila in meno), ma la situazione al Sud è in peggioramento (13mila in più)”.

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