ROMA (Giuseppe Palmieri) – Il nodo è quello del premier. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono pronti a fare un passo di lato per garantire la nascita del governo Lega-5 Stelle, ma su chi andrà a Palazzo Chigi è ancora stallo. Questa mattina i due leader saranno di nuovo a confronto a Milano per sciogliere i nodi e individuare il nome giusto. Il tempo è scaduto, è ora di decidere. Sergio Mattarella entro domani si aspette un programma e una bozza della lista dei ministri, o il tentativo di formare l’esecutivo potrebbe naufragare.
Sul premier non c’è ancora l’intesa
Il veto incrociato sui due leader è una certezza. Un punto interrogativo, invece, è il nome di chi guiderà il governo Lega-5 Stelle. I salviniani puntano su Giancarlo Giorgetti, i grillini su un tecnico. Ma serve un presidente forte per un esecutivo che punta su misure molto incisive sul piano economico. E al Pirellone oggi saranno valutate tutte le opzioni. Non c’è più tempo per tergiversare.
L’Europa, tema sul quale prendere posizione
Mattarella ieri ha avvertito che non accoglierà proposte economiche senza copertura e posizioni poco rassicuranti nei confronti dell’Unione Europea. E Salvini e Di Maio oggi dovranno sviscerare questo tema e chiarire quale sarà l’atteggiamento del possibile governo sui temi comunitari. Poi sarà necessario dare indicazioni chiare sulla gestione finanziaria, vista la volontà di varare misure come il reddito di cittadinanza o la flat tax. I due protagonisti della trattativa si dicono ottimisti, ma c’è ancora da lavorare.
In serata il primo momento della verità
Dopo l’incontro di oggi, Movimento 5 Stelle e Lega faranno pubblicamente il punto della situazione e comunicheranno al Quirinale lo stato dell’arte. Domani Mattarella farà sapere se concederà altro tempo per la trattativa, oppure vorrà una risposta immediata per dare l’incarico di formazione del governo che poi dovrà sottoporsi al voto di fiducia delle Camere. Fi non sosterrà l’esecutivo, Fdi non ha ancora sciolto la riserva, il Pd farà opposizione. Sempre se il governo ci sarà. L’alternativa è l’esecutivo neutrale e il voto quanto prima. L’Italia aspetta. Ancora per poco.