L’ombra del racket su Palermo: bottiglie incendiarie a Sferracavallo e barche in fiamme, è allarme pizzo

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PALERMO – Una scia di fuoco e paura si allunga sulla costa palermitana. Un duplice, sinistro messaggio che riporta la città indietro nel tempo, all’incubo del racket e della violenza mafiosa. La mattinata di oggi, lunedì 24 novembre 2025, si è aperta nella borgata marinara di Sferracavallo con una scoperta agghiacciante: cinque bottiglie di plastica, piene di benzina, sono state rinvenute davanti alle saracinesche abbassate di altrettanti esercizi commerciali. Un avvertimento inequivocabile, reso ancora più esplicito da un biglietto attaccato a ciascun ordigno rudimentale, su cui era vergata a mano una cifra e una richiesta: “5000 euro”.

Il risveglio per i commercianti della nota località balneare è stato un pugno nello stomaco. Le bottiglie, posizionate in modo da essere immediatamente visibili all’apertura, non lasciano spazio a interpretazioni. Si tratta di un classico segnale intimidatorio, un primo avviso prima di passare a metodi più distruttivi. Sul posto sono immediatamente intervenuti gli agenti della Polizia di Stato e gli specialisti della Scientifica, che hanno repertato le bottiglie e i biglietti per analizzarne il contenuto e cercare eventuali impronte digitali. L’area è stata transennata per consentire i rilievi, mentre il silenzio e la paura calavano tra i negozianti e i residenti. Nessuno parla, le bocche sono cucite, ma i volti tradiscono la tensione e la preoccupazione per un fenomeno che si credeva, se non debellato, almeno sotto controllo.

Gli investigatori, coordinati dalla Procura, hanno già acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. L’obiettivo è dare un volto a chi, nel cuore della notte, ha agito per lanciare questo pesante monito, probabilmente su commissione di un clan che cerca di imporre il proprio controllo sul territorio.

Ma la notte di terrore non si è limitata a Sferracavallo. A pochi chilometri di distanza, nel comune di Isola delle Femmine, un vasto incendio ha divorato una decina di imbarcazioni ormeggiate nel porticciolo. Le fiamme, divampate in piena notte, hanno illuminato a giorno il lungomare, creando una colonna di fumo nero e denso visibile da lontano. L’intervento dei Vigili del Fuoco, durato ore, ha evitato che il rogo si propagasse ulteriormente, ma i danni sono ingentissimi. Diverse barche sono andate completamente distrutte, ridotte a carcasse annerite.

La quasi simultaneità dei due episodi e la loro natura hanno immediatamente fatto scattare l’allarme tra le forze dell’ordine. L’ipotesi su cui si lavora con maggiore insistenza è quella di una connessione diretta, di un’unica regia criminale dietro entrambi gli eventi. Potrebbe trattarsi di una strategia del terrore orchestrata per dimostrare la propria forza e costringere imprenditori e commercianti a piegarsi alla richiesta del pizzo. L’attacco a Sferracavallo è una chiara richiesta estorsiva; l’incendio di Isola delle Femmine potrebbe essere una punizione per chi non si è piegato in passato o un ulteriore, devastante avvertimento per tutti gli altri.

Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, ma trapela la forte preoccupazione per una possibile recrudescenza del fenomeno estorsivo, forse legata a nuovi equilibri interni a Cosa Nostra o all’ascesa di nuove “famiglie” determinate a marcare il territorio con il fuoco e la violenza. La risposta dello Stato è attesa, mentre su Palermo cala di nuovo l’ombra opprimente della mafia.

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