ROMA (Gianluca Rocca) – Schiaffo di Di Pietro a Silvio Berlusconi: mentre l’ex cavaliere sta ancora festeggiando la ‘riabilitazione’, l’ex piemme di mani pulite ci va giù duro, sottolineando che nulla potrà comunque cancellare il reato per il quale è stato comunque condannato in via definitiva (frode fiscale). La ‘riabilitazione’ concerne infatti solo gli effetti di quella condanna, consentendogli, eventualmente, la ricandidatura. Ed ecco bello è servito l’esempio ad effetto: un assassino non torna innocente una volta esaurita pena.
Le parole dell’ex pm di Mani Pulite
L’occasione per l’affondo ai danni del leader di Forza Italia è stata colta al volo da Antonio Di Pietro, intervenuto questa mattina ai microfoni di Ecg, il programma di Radio Cusano Campus (emittente dell’università Niccolò Cusano) condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Questo il passaggio dell’intervista che ha riguardato Berlusconi: “Torna candidabile, ma i cittadini non si devono lasciar prendere in giro da tutti questi portavoce che dicono che finalmente giustizia è fatta. La riabilitazione, proprio per il termine tecnico, significa che uno è riabilitato in quanto è stato condannato, ha scontato la pena, sono passati ulteriori tre anni e può essere riabilitato. E’ un effetto fisiologico di un procedimento penale che è arrivato alla sua conclusione. Non è che se a un assassino danno 20 anni di carcere, una volta esaurita la pena ridiventa innocente. La riabilitazione dice semplicemente che un condannato dopo che sconta la pena può essere riabilitato. Gioire perché si è stati condannati è masochista…”.
Sul governo Lega-Cinque Stelle: “Fatto solo per non tornare a casa”
Sul patto di governo Lega e M5S, Di Pietro ha poi detto: “Quando Mattarella ha suonato la campanella del ‘tutti a casa’ tutti i parlamentari che a casa non ci volevano tornare avranno fatto quadrato attorno a Di Maio e Salvini. Questo è un governo per l’emergenza per restare in Parlamento, non è un governo politico per risolvere chissà cosa. Comunque, prima di giudicare, bisogna vedere che cosa saranno in grado di fare. Mi fa riflettere che ancora non siano stati individuati il premier e i ministri. Di Maio dice che sta scrivendo la storia, ma prima la si fa la storia, poi la si scrive. E la storia la scrivono gli altri su di te, non è che te la scrivi da solo. Certamente anche il Partito democratico poteva rappresentare un’alternativa se avesse accettato di dialogare. Anche se qualora questo governo dovesse far male, la colpa sarebbe di chi ne fa parte. Non del Pd”.