NAPOLI – Hanno un lavoro, una fedina penale immacolata e un’apparenza al di sopra di ogni sospetto. Sono i nuovi volti dello spaccio a Napoli e provincia, un esercito di “insospettabili” che sta ridisegnando le mappe della microcriminalità. L’ultimo episodio, avvenuto nella notte a Barra, è solo la punta di un iceberg che i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli conoscono ormai fin troppo bene. Un fenomeno trasversale che unisce studenti, operai e disoccupati sotto la bandiera dei soldi facili, trasformando le strade della città e della sua sterminata provincia in un mercato a cielo aperto.
È notte fonda quando una pattuglia della compagnia Napoli Poggioreale, perlustrando corso Sirena nel quartiere Barra, nota un giovane passeggiare con fare irrequieto. Alla vista della gazzella, il ragazzo ha un gesto istintivo e rivelatore: si libera di due buste, gettandole via nella speranza di non essere notato. Un tentativo goffo e inutile. I militari recuperano immediatamente gli involucri e bloccano il giovane. Ha 21 anni e, come da copione, è incensurato. Nelle buste, 26 dosi di stupefacente tra hashish e marijuana, per un totale di 60 grammi, già pronte per la vendita. Ai carabinieri racconterà la debole favola dell’uso personale, una versione che crolla di fronte all’evidenza e al successivo ritrovamento, presso la sua abitazione, di 545 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. Per lui sono scattate le manette ed è ora in attesa di giudizio, con lo smartphone sequestrato che potrebbe rivelare la sua rete di contatti.
Ma quello di Barra non è un episodio isolato. È l’ultimo anello di una catena di arresti che, negli ultimi giorni, ha attraversato l’intera area metropolitana. Da Grumo Nevano a Chiaiano, da Bacoli a Torre del Greco, fino a Castellammare di Stabia, il modus operandi è lo stesso. Si tratta di un “delivery” dello spaccio: poche dosi addosso per tentare di derubricare l’eventuale accusa a semplice uso personale, appuntamenti fissati tramite smartphone e social network, e punti di incontro decisi all’ultimo istante.
A Castellammare, a finire in manette è stato un 18enne, incensurato da pochi giorni maggiorenne. Fermato con un paio di dosi di crack, ha visto i suoi amici, in trepidante attesa sotto casa sua, dileguarsi all’arrivo dei Carabinieri. La perquisizione domiciliare ha svelato 29 dosi della stessa sostanza e 740 euro. La sua giustificazione: “Le ho trovate in strada”. A Torre del Greco, invece, un 22enne disoccupato ha confessato di essersi dato allo spaccio di marijuana “per racimolare qualche soldo”. A tradirlo, l’odore inconfondibile che fuoriusciva dalla sua auto.
Il fenomeno, però, non riguarda solo i giovanissimi. A Chiaiano, un barista di 29 anni è stato arrestato per pura sfortuna: i Carabinieri si erano avvicinati per aiutarlo con lo scooter in panne, ma sono stati attirati dal forte odore di droga. Nascosti negli slip e in casa, aveva oltre 120 grammi tra hashish e marijuana. A Grumo Nevano, un operatore ecologico di 38 anni nascondeva in casa 78 grammi di cocaina e ben 38.850 euro in contanti.
Il caso più allarmante è quello di Bacoli, dove un ausiliare del traffico di 32 anni, insospettabile e incensurato, si è rivelato essere un grossista. Dopo aver trovato in casa sua oltre 37.000 euro, nascosti persino dentro delle matrioske, l’uomo ha confessato, portando i militari in un’abitazione in disuso. Lì, un vero e proprio supermarket della droga: quasi un chilo di hashish, oltre un chilo e mezzo di marijuana, cocaina, ma soprattutto droghe sintetiche pronte a invadere la movida. 56 grammi di ketamina, 581 pillole di ecstasy (MDMA) e 17 dosi di “cocaina rosa”. Un arsenale chimico che dimostra come il fenomeno degli incensurati non sia più solo una questione di spaccio al dettaglio, ma un ingranaggio fondamentale di un sistema criminale sempre più difficile da decifrare.




















