CASAL DI PRINCIPE – Nicola Pezzella, alias Palummiello, storico referente del clan dei Casalesi, ha respinto ogni accusa di intimidazione nei confronti del collaboratore di giustizia Emiliano Amata. Lo ha fatto ieri, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del
Tribunale di Napoli, dove è comparso insieme al fratello Massimo. Entrambi sono indagati per induzione a non rendere dichiarazioni o a
renderle mendaci all’autorità giudiziaria, con l’aggravante mafiosa, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Perugia.
Assistito dall’avvocato Danilo Di Cecco, Nicola Pezzella ha dichiarato che le otto lette- re inviate al collaboratore tra maggio 2024 e giugno 2025 non avevano alcun contenuto intimidatorio. “Io non l’ho mai minacciato, né direttamente né velatamente – ha detto –. Gli ho chiesto una sola cortesia: dire la verità, perché io la droga non l’ho mai trattata”.
Pezzella ha sostenuto di essersi sempre limitato a sollecitare Amata a chiarire la sua posizione nel procedimento sul traffico internazionale di stupefacenti gestito, secondo gli inquirenti, da una rete di nigeriani e nel quale era rimasto coinvolto anche lui. Davanti al gip ha parlato an- che il fratello Massimo, an- ch’egli raggiunto dall’ordinanza cautelare. L’uomo ha spiegato di non sapere nulla del contenuto delle missive, affermando di essere sempre stato tenuto fuori da ogni vicenda: “Nicola mi ha sempre mantenuto distante da tutto, come ha fatto con ogni altro componente della nostra famiglia”, avrebbe riferito.
L’indagine nasce dal filone perugino che, nel 2023, portò all’arresto di un corriere trovato con 35 chili tra eroina e cocaina al confine con la Francia. L’uomo, poi divenuto collaboratore, ha fornito elementi sull’attività del sodalizio e sul presunto coinvolgimento di Pezzella, contribuendo all’esecuzione di 24 misure cautelari nell’aprile dello scorso anno. Secondo la Dda, proprio per arginare quel contributo dichiarativo, Palummiello avrebbe inviato le lettere contestate. L’ordinanza notificata ai due fratelli rientra ancora nella fase delle indagini preliminari. Entrambi sono da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva. L’inchiesta ora prosegue
con la valutazione delle dichiarazioni rese al gip.





















