Parigi (Francia), 15 mag. (LaPresse/AFP) – Nei primi tre mesi del 2018, Facebook ha segnalato o rimosso circa 30milioni di post che contenevano immagini sessualmente esplicite o violente, propaganda terroristica o contenuti d’odio.
Il social network ha diffuso i dati, rispondendo con un dossier senza precedenti alle richieste di trasparenza a seguito dello scandalo dei dati legato a Cambridge Analytica. Facebook, citando le sue azioni legate agli “standard della comunità”, ha affermato che la tecnologia migliorata con l’intelligenza artificiale ha contribuito a reagire a 3,4 milioni di post contenenti immagini violente, tre volte di più rispetto all’ultimo trimestre del 2017.
Nell’85,6% dei casi, Facebook ha individuato le immagini ancor prima di essere allertato dagli utenti, afferma il rapporto, diffuso dopo aver dato notizia che “circa 200” app sono state sospese sulla sua piattaforma nel corso delle indagini sull’uso di dati di utenti privati. Il dato rappresenta tra 0,22% e 0,27% del contenuto totale visionato dagli oltre due miliardi di utenti da gennaio a marzo.
Tra le risposte alle violazioni ci sono rimozione dei contenuti, l’aggiunta di avvertimenti per post che non violassero gli standard, la notifica alle forze dell’ordine in caso di “minaccia specifica, imminente e credibile alla vita umana”.
La tecnologia IT migliorata ha anche contribuito ad azioni contro 1,9 milioni di post contenenti propaganda terrorristica (+73%, attribuito all’uso rafforzato della tecnologia per l’analisi delle immagini). I discorsi d’odio sono più difficili da individuare con metodi automatici, ma sono spesso citati dai bersagli di quegli stessi contenuti.
Facebook ha agito contro 2,5 milioni di contenuti d’odio nel periodo (+56%), ma solo il 38% è stato individuato dalla compagnia, la parte restante segnalata dagli utenti.
I post che più hanno tenuti occupati i ‘revisori’ del social network sono stati quelli con nudità di adulti o attività sessuale, a parte quelli di pedopornografia non considerati dal rapporto.
Circa 21milioni di post di questo tipo sono stati gestiti nel periodo, dato simile al trimestre ottobre-dicembre 2017. Facebook è stato criticato anche per essere troppo solerte su questo fronte, tra cui rimuovendo immagini di opere d’arte che mostrano nudità.
A marzo la compagnia si era scusata, ad esempio, per aver rimosso temporaneamente uno spot che mostrava l’opera ‘La Libertà che guida il popolo’ di Eugene Delacroix, in cui è ritratta una donna a seno nudo