Berlusconi, Pg non si oppone a riabilitazione ma processo a Roma

Berlusconi e il processo Ruby ter
Foto LaPresse/Silvio Berlusconi

di Alessandra Lemme e Benedetta Dalla Rovere

Milano, 16 mag. (LaPresse) – La Procura Generale di Milano ha deciso di non apporsi alla decisione con cui il Tribunale di Sorveglianza venerdì scorso ha concesso la riabilitazione a Silvio Berlusconi, rimuovendo così tutti gli ostacoli che impedivano all’ex Cavaliere di ricandidarsi.

Il procuratore generale Roberto Alfonso e il sostituto Pg Maria Saracino hanno restituito ai giudici della Sorvegllianza il fascicolo a carico del fondatore di Forza Italia, arrivato sul loro tavolo sabato mattina.

Dopo aver esaminato tutta la documentazione, hanno ritenuto che non ci fosse margine per impugnare il provvedimento che aveva restituito l’agibilità politica all’ex premier grazie alla sua “buona condotta” dal 2015 – quando è stato condannato in via definitiva a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) per frode fiscale per il caso Mediaset diritti tv – ad oggi. La riabilitazione, immediatamente esecutiva, cancella tutti gli effetti della condanna, compresa l’incandidabilità prevista dalla legge Severino.

A creare problemi al leader di Forza Italia poteva essere il capitolo relativo ai processi per il caso Ruby ter in corso a Milano, Torino, Roma e Siena e quello per la vicenda “escort Tarantini” aperto davanti al Tribunale di Bari. I giudici della Sorveglianza venerdì hanno sostenuto che i procedimenti penali ancora pendenti “non escludono di per se la sussistenza della regolarità della condotta” di Berlusconi. Linea sposata anche dai magistrati della Procura Generale, per i quali il provvedimento, così com’è stato motivato, non presenta vizi di legittimità. “La riabilitazione è un diritto che spetta al condannato qualora tutti i requisiti siano rispettati e in questo caso lo sono”, è la conclusione a cui sono arrivati il procuratore generale Alfonso e il sostituto Pg Saracino.

L’unico ostacolo alla candidatura di Berlusconi alla Camera o al Senato potrebbe essere rappresentato dall’articolo 180 del codice penale. La norma prevede infatti che il beneficio venga immediatamente revocato se, nei 7 anni successivi alla riabilitazione, la persona condannata commetta un nuovo delitto non colposo con pena non inferiore ai 2 anni.

A preoccupare, dunque, potrebbe essere l’esito dei processi a carico di Berlusconi che ancora devono andare a sentenza. A Roma l’ex Cavaliere è stato rinviato a giudizio insieme a Mariano Apicella in un filone del processo Ruby ter. Le accuse sono a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. L’ipotesi dell’accusa, avvalorata dal gup Angela Gerardi, è che l’ex premier abbia versato 157 mila euro al cantante napoletano per “ammorbidire” la sua testimonianza sulle “cene eleganti” a Arcore. Versamenti che sarebbero avvenuti a Roma. Il processo prenderà il via il 23 novembre.

Gli atti erano sono stati trasmessi nella Capitale dopo che il 29 aprile del 2016 il gup Laura Marchiondelli, al termine dell’udienza preliminare sul caso Ruby ter, aveva ‘spacchettato’ in sette il procedimento, inviando per competenza territoriale i fascicoli relativi a alcuni imputati a Torino, Pescara, Treviso, Roma, Monza e Siena.

Nel frattempo, davanti al gup torinese Francesca Christillin, il pm Laura Longo ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per il Cavaliere, imputato insieme all’olgettina Roberta Bonasia. Anche la 33enne ex infermiera di Nichelino (Torino) per la Procura avrebbe ricevuto pagamenti e altri benefit in cambio del suo silenzio nei processi sulle serate hard a Villa San Martino. In aula i legali di Berlusconi hanno depositato delle memorie in cui, fra l’altro, invitano il giudice a interpellare la Cassazione sulla competenza territoriale.

Il difensore della Bonasia, l’avvocato Stefano Tizzani, invece, ha fatto sapere che la sua cliente non è punibile perché, anche ammesso che abbia reso dichiarazioni non veritiere sulle serate a Villa San Martino, lo ha fatto per proteggere il proprio onore. Si tornerà in aula il 1 giugno, data in cui potrebbe arrivare una decisione da parte del gup.

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