Pronto soccorso, sos affollamento. Di Stasio (Cimo): “300 accessi al giorno, attese da ridurre”

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Maurizio Di Stasio, sindacato Cimo

CASERTA – Ridurre i tempi di attesa e l’intasamento del pronto soccorso: questo è quanto si attendono i lavoratori dell’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” dal nuovo governo regionale. “Le aspettative per un Sistema sanitario nazionale più efficiente, specialmente riguardo l’abbattimento delle liste d’attesa e l’efficienza dei Pronto soccorso, sono centrali nel dibattito sulla sanità pubblica in Italia ed in Campania” dice Maurizio Di Stasio del sindacato medico Cimo.

“Le lunghe liste d’attesa per visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici non urgenti sono una delle criticità più sentite, portando i cittadini a rinunciare alle cure o a rivolgersi al settore privato. Oggi il sistema sanitario pubblico è in grossissima difficoltà per mancanza di medici e per richieste eccessive collegate anche alla mancanza di una sanità territoriale; questo naturalmente ha trasportato i cittadini verso la sanità privata convenzionata, che a causa dei limiti di spesa mensili, imposti dal deficit e dal piano di rientro regionale, ha subìto un ulteriore rallentamento nell’offerta dei servizi. A sua volta, tutto questo ha determinato un aumento della sanità privata che purtroppo non tutti hanno la possibilità di permettersi”.

L’obiettivo primario, spiega il sindacalista, è rispettare i tempi massimi di attesa stabiliti per legge (ad esempio, entro 30 giorni per visite specialistiche “differibili” e 60 giorni per esami diagnostici), mentre attualmente, i tempi reali possono arrivare a mesi o persino anni per alcune prestazioni in diverse aree della regione. “Alcuni politici – aggiunge Di Stasio – hanno demonizzato l’attività intramoenia dei sanitari pubblici, proponendo come soluzione quella di bloccarla e deviare tutta l’attività verso le prestazioni istituzionali. Ma la soluzione non
è assolutamente questa. Infatti i medici svolgono la loro attività di intramoenia al di fuori dell’orario di lavoro e la stessa rappresenta un fiore all’occhiello per ogni ospedale, una risorsa anche economica ed è l’espressione delle eccellenze professionali, specialmente della nostra azienda Sant’Anna e San Sebastiano”. Il personale si aspetta quindi “un rafforzamento dei sistemi di prenotazione e l’istituzione di piattaforme e organismi di verifica e controllo per monitorare e gestire in modo più efficace la domanda e l’offerta di prestazioni a livello regionale. Bisogna puntare ad un controllo efficace della appropriatezza delle indagini.

I pronto soccorso italiani sono spesso il “tallone d’Achille” del sistema, afflitti da tempi di attesa elevati, lunghissime permanenze (soprattutto per i codici gialli) e un alto numero di accessi impropri (circa un quarto del totale a livello nazionale). Anche nella nostra azienda Sant’Anna e San Sebastiano, il Pronto soccorso ha dei carichi enormi di lavoro con più di 300 accessi giornalieri, che sovraccaricano i pochi
medici rimasti ad affrontare l’emergenza e talora anche a discapito della loro sicurezza personale.” La direzione dell’ospedale di via Tescione “ha più volte lanciato avvisi pubblici e concorsi per incrementare la forza lavoro del pronto soccorso ma spesso con esito negativo per
mancanza di aspiranti medici di urgenza. L’aspettativa è di ridurre drasticamente i tempi di attesa e di permanenza, che per i codici gialli
possono superare le 6 ore e in alcune Regioni toccano persino le 8-12 ore in media”.

L’amministrazione regionale che sta per concludere il suo mandato “ha avviato il potenziamento della sanità territoriale, in particolare attraverso le nuove strutture previste dal Pnrr come le Case di Comunità e speriamo che questo progetto venga portato a termine in maniera tale da garantire maggiori posti letto e una continuità assistenziale”. Vanno migliorati l’integrazione e il coordinamento tra gli specialisti, i servizi territoriali (medici di base) e l’ospedale per una presa in carico più completa e rapida del paziente. Ci aspettiamo investimenti in personale sanitario specializzato e aggiornamento tecnologico che sono essenziali per migliorare l’efficienza complessiva dei reparti di emergenza-urgenza. Ci aspettiamo un potenziamento del territorio favorendo una migliore organizzazione della Medicina di base e un utilizzo più produttivo del servizio di guardia medica, oggi quasi completamente offuscato dal servizio del 118. “Il gruppo sindacale Cimo dell’azienda ospedaliera di Caserta, tra i più numerosi e compatti di tutto il centro sud – conclude Di Stasio veglierà sul raggiungimento di questi obiettivi offrendo la migliore collaborazione.

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