Salvini e Di Maio tra voto e governo, rush finale per la trattativa sui nomi

I leader di Lega e Movimento 5 Stelle impegnati nella campagna elettorale per le Amministrative e nella chiusura dell'intesa per Palazzo Chigi. I grillini sperano ancora di poter indicare un militante come presidente del Consiglio.

Foto Claudio Furlan / Lapresse

ROMA (Giuseppe Palmieri) – Contatti per chiudere l’intesa sul nome del premier e sulla squadra di ministri, ma anche campagna elettorale. Domenica impegnativa per i due leader di Movimento 5 Stelle e Lega, divisi tra il lavoro per dare vita al nuovo esecutivo e la necessità di sostenere i candidati alle Amministrative. Luigi Di Maio, capo politico dei grillini, nel pomeriggio sarà a Teramo e in serata a Silvi Marina. Matteo Salvini, invece, segue da vicino le Regionali in Valle d’Aosta, test importante per la sua Lega.

I professori in pole position e la speranza grillina

Prima di tuffarsi entrambi negli impegni elettorali e di aspettare l’incontro di domani con Sergio Mattarella al Quirinale, Di Maio e Salvini cercheranno di chiudere l’intesa sul nome del premier. Andrea Roventini e Giuseppe Conte sono i nomi attualmente in pole position. Ma i 5 Stelle sperano ancora di poter dare un’indicazione più marcatamente grillina. Il Movimento, infatti, è comunque partito di maggioranza relativa nella neonata coalizione di governo. L’accordo sul programma, però, è sacro, è stato votato dai gazebo e da Rousseau e nessuno rischierà di farlo saltare sulla linea del traguardo. Qualora la Lega dovesse cedere un po’ e consentire una indicazione più politica, potrebbe tornare alla ribalta il nome di Vincenzo Spadafora, campano braccio destro di Di Maio.

L’unica certezza e la trattativa sui nomi

Difficile, però, che alla fine si arrivi a un nome di un militante a tutto tondo di una delle due forze politiche. Il consiglio federale della Lega, che ha dato pieno mandato a Salvini di portare avanti l’accordo di governo, ha anche messo in guardia il segretario. Che quindi non potrà cedere più di tanto. Il leader del Movimento spera ancora di approdare a Palazzo Chigi, ma le possibilità sono vicine allo zero, a meno di un’intesa all’ultimo su una inedita staffetta (nella Prima Repubblica ci fu l’accordo per farla, ma non si realizzò). La certezza è una: il premier non sarà Salvini o Di Maio. Sul resto si tratta. E stavolta di nomi si parlerà davvero. E’ l’ora delle scelte.

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