Insulti al Napoli alla festa Juve, scontro a distanza e niente scuse. Il veleno di un calcio che uccide se stesso

Douglas Costa e altri tesserati bianconeri hanno condiviso le immagini di epiteti e bare azzurre. Gli sfottò ci sono ad ogni latitudine ma i protagonisti del calcio non devono prestarsi. Il club partenopeo chiede scuse che non arrivano. Così il calcio dei veleni sta uccidendo se stesso

NAPOLI (Giuseppe Palmieri) – Veleni, brutture, polemiche, ipocrisia, festeggiamenti soffocati. Il campionato di serie A, uno dei più appassionanti degli ultimi anni grazie al duello scudetto tra Juventus e Napoli, va in archivio nel modo peggiore. I festeggiamenti per il titolo bianconero sono stati caratterizzati per tutta la settimana dalle dichiarazioni dei tesserati che chiedevano complimenti e riconoscimenti. Che in realtà sono pure arrivati (Raul Albiol è stato tra i primi ad applaudire la squadra di Allegri domenica scorsa), ma nessuno sembra essersene accorto dalle parti di Vinovo. E la chiusura, con il bus scoperto con i campioni d’Italia a bordo, è stata caratterizzata da cori e sfottò contro il Napoli. Tutto normale, succede anche a parti inverse. Il problema, questa volta, è che a lasciarsi andare e a rendere virali gli insulti sono stati i giocatori, i tesserati bianconeri, i ‘miti’ del settimo scudetto consecutivo. E questa è una brutta pagina.

I campioni, la festa a metà, e la sbagliata ossessione per gli sconfitti

Douglas Costa, in particolare, ha condiviso una storia Instagram nella quale riprende un epiteto rivolto al club partenopeo. Miralem Pjanic lo ha imitato poco dopo. Immagini nelle quali vengono riprese anche le bare azzurre con tanto di nomi di Sarri e Insigne. Che i tifosi si lascino andare a sfottò di cattivo gusto, purtroppo, succede ad ogni latitudine. Ma che ricevano anche il plauso dei tesserati è decisamente sgradevole. Anche questo è successo in passato, anche da parte di giocatori dello stesso Napoli. Ma non va bene. Mai. In nessun caso. Alimenta odio, manda in circolo quel veleno che sta uccidendo, giorno dopo giorno, il gioco più amato dagli italiani. E non c’è da sorprendersi, a questo punto, se i tifosi della Juventus che hanno affollato ieri lo Stadium hanno rivolto i loro pensieri, in modo becero, a Napoli e al Napoli, invece di limitarsi a festeggiare il titolo e salutare l’ultima gara a Torino dopo 17 anni di Gianluigi Buffon.

Il Napoli chiede le scuse, la Juventus resta in silenzio. E il veleno lentamente uccide il gioco 

Il club di Aurelio De Laurentiis ha risposto con durezza al comportamento dei tesserati piemontesi. “Siamo veramente indignati per l’atteggiamento vergognoso e offensivo tenuto da alcuni calciatori della Juventus oggi. Gesti gravi che offendono la dignità di un popolo e di un napoletano come Insigne. E’ inaccettabile”. Questo il tweet della società azzurra. Il Napoli è intervenuto chiedendo delle scuse. Non per gli sfottò dei tifosi, attenzione. Lo ha fatto per censurare il comportamento dei calciatori della Juventus. Che, dal canto suo, ha ignorato l’appello lanciato dall’ombra del Vesuvio, continuando a postare solo le immagini della vittoria. Come a dire, niente complimenti (che, ripeto, sono pure arrivati), niente scuse. Chi ha responsabilità nel mondo del calcio, se vuole dare una mano a rendere più pulito e bello questo gioco, è chiamato a dare l’esempio. Sempre. Qualsiasi colore indossi. Senza ipocrisia. Altrimenti, tra errori arbitrali inspiegabili giustificati col silenzio, cori razzisti fatti passare come espressioni di rivalità, e calciatori che invece di festeggiare pensano a insultare i rivali, non ci si potrà lamentare che la passione dei tifosi veri si affievolisca sempre più. E’ ora di smetterla. Per tutti.

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