Seconda faida di Scampia, il boss evita l’ergastolo. Vent’anni al boss Raffaele Amato

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Oreste Sparano e Raffaele Amato

NAPOLI – Raffaele Amato evita l’ergastolo. Termina così la vicenda processuale per il capo degli Scissionisti Raffaele Amato che ha rimediato una condanna a 20 anni: rischiava il carcere a vita, ma fondamentali si sono rivelate le argomentazioni del suo legale Domenico Dello Iacono che ha evidenziato alcuni particolari tecnici decisivi per evitare la stangata. Il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo. Ma torniamo alla vicenda contestata dalla Procura. Parliamo della seconda faida di Scampia.

A Raffaele Amato erano stati contestati gli omicidi di Salvatore Ferrara, Luigi Magnetti e Carmine Fusco. A Oreste Sparano solo l’omicidio di Fusco nel febbraio 2008. Anche Sparano è stato condannato a 20 anni di reclusione, accolte le argomentazioni degli avvocati Luigi Senese e Gandolfo Geraci. Per quanto riguarda Raffaele Amato, che fu arrestato in Spagna nel 2008, nel paese iberico il massimo della pena (40 anni) è entrato in vigore nel 2015 e così il legale ha ottenuto il ‘sistema delle garanzie’ secondo cui un imputato arrestato in Spagna può essere condannato in Italia a patto che il carcere non sia a vita.

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