Secondigliano, Licciardi ora vulnerabili: è rischio faida. Pericolo di un nuovo scontro coi Di Lauro

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Paolo Abbatiello, Gennaro Cannavacciuolo e Carmine Esposito

NAPOLI – Il clan Licciardi era in espansione fino a due giorni. Ora dopo la ‘retata’, che ha disarticolato il gruppo intorno a Paolo Abbatiello, gli equilibri e i rapporti di forza possono mutare rapidamente nel quartiere di Secondigliano. In un giro di lancette d’orologio. Nell’ultimo periodo c’erano state tensioni crescenti con i Di Lauro di Cupa dell’Arco. Adesso la catena di comando dei Licciardi è più debole e vulnerabile. Gli inquirenti sospettano che possano i nodi e le questioni irrisolte possano venire al pettine. Ma i Licciardi sono inseriti nell’Alleanza di Secondigliano e possono contare sul supporto logistico anche da altri quartieri e città.

Insomma il quadro è complesso. Restano egemoni in quattro zone della città: la Masseria Cardone, il rione Don Guanella, il rione Berlingieri e il Vasto. Ma la nuova pesante offensiva giudiziaria può indebolire la cosca della Masseria Cardone a Secondigliano. Un’operazione congiunta ha portato all’emissione di 22 misure cautelari (19 in carcere e 3 ai domiciliari), inferendo un duro colpo al cartello. Le indagini hanno svelato la sofisticata strategia del clan per esercitare il controllo sul territorio e sostituirsi di fatto alle istituzioni. Secondo gli inquirenti, i Licciardi avevano esteso il loro dominio fino a controllare gli accessi negli alloggi popolari. Decidere chi dovesse o non dovesse abitare nelle case popolari era un mezzo per esercitare potere.

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