Russiagate, Trump chiede inchiesta su spionaggio sua campagna: aperta

Trump, incontro con Kim
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Washington (Usa), 21 mag. (LaPresse/AFP) – Il presidente Usa, Donald Trump, ha chiesto che il dipartimento della Giustizia indaghi per accertare se fra i membri del suo staff elettorale ci siano state infiltrazioni o se il suo team sia stato oggetto di spionaggio a fini politici e il dipartimento ha così annunciato che si occuperà di tali questioni. “Con la presente chiedo, e lo farò ufficialmente domani, che il dipartimento della Giustizia verifichi se Fbi/dipartimento della Giustizia si siano infiltrati o abbiano sorvegliato la campagna di Trump a fini politici e se qualche domanda o richiesta del genere sia stata fatta da persone interne all’amministrazione Obama!”, ha scritto Trump su Twitter. Così il dipartimento della Giustizia, tramite la portavoce Sarah Isgur Flores, ha fatto sapere di avere incaricato il suo ispettore generale di verificare le questioni sollevate da Trump, ma abbinando l’inchiesta a una “verifica” già in corso del processo di richiesta dei mandati per la sorveglianza in virtù del Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa), dei quali i repubblicani sostengono che ci sia stato un abuso in relazione con il controllo di Page. “Il dipartimento ha chiesto all’ispettore generale di espandere la verifica in corso del processo di applicazione per la Fisa in modo da includere l’accertamento del se ci siano state inappropriatezze o motivazioni politiche nel come l’Fbi ha condotto la sua indagine di contro-intelligence su persone sospettate di coinvolgimento con agenti russi che hanno interferito nelle elezioni presidenziali del 2016”, ha dichairato la portavoce.

L’ordine dell’attuale presidente Usa giunge mentre sale la pressione dopo un anno di indagine sul Russiagate e dopo che i media Usa hanno riportato che l’Fbi nel 2016 mandò un professore britannico basato in America a parlare con i consulenti della campagna di Trump. Il New York Times ha definito il professore “un informatore”, aggiungendo che il Bureau stava cercando prove che Carter Page e George Papadopoulos avessero contatti sospetti con la Russia. E il Washington Post ha definito il professore “una fonte di vecchia data dell’intelligence Usa”, aggiungendo che lui aveva incontrato, oltre a Page e Papadopoulos, anche un terzo consigliere della campagna elettorale, cioè Sam Clovis.

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