Il processo Jambo ‘teatro’ della nuova collaborazione di Inquieto

164
Alessandro Falco

CASAPESENNA – Un’indagine densa, complessa, che ha innescato processi altrettanto intricati e costellati di colpi di scena. Parliamo, naturalmente, del procedimento Jambo. Il filone dibattimentale – quello riservato agli imputati che ormai quasi nove anni fa scelsero il rito ordinario – era già stato teatro delle prime testimonianze in videocollegamento di Nicola Schiavone – primogenito del capoclan Francesco Sandokan – collaboratore di giustizia dal 2018. E ieri, nella tappa in Corte d’appello a Napoli, ha ospitato un altro passaggio destinato a pesare nella storia della lotta al clan dei Casalesi: la prima ‘comparsa’ da pentito (seppur per ora solo in forma documentale) di Nicola Inquieto. Un ulteriore colpo di scena.

A sostenere il secondo grado del processo Jambo che ha fatto da cornice al nuovo pentimento c’è Alessandro Falco (nella foto), ex patron del centro commerciale, già condannato per associazione mafiosa. L’uomo d’affari, secondo l’accusa, sarebbe stato al servizio di Michele Zagaria e si sarebbe intestato fittiziamente le quote della Cis Meridionale – quando la società fu trasformata in Srl – che controllava il centro commerciale Jambo (oggi gestito da un amministratore giudiziario). Quote che, a detta della Dda, erano di fatto riconducibili (almeno in parte) al boss di Casapesenna, deciso a investire nella struttura il proprio denaro. E, grazie a un sistema di sovrafatturazioni messo in piedi dal centro commerciale, avrebbe anche accumulato un cospicuo tesoretto.

A giudizio c’è anche Michele Griffo, ex sindaco di Trentola Ducenta. A differenza di Falco, Griffo è stato assolto in primo grado dalla pesante accusa di associazione mafiosa: il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al termine di un lungo dibattimento, ha ritenuto che non fosse possibile attribuirgli il ruolo di sindaco colluso con il clan, alla luce della genericità delle dichiarazioni dei collaboratori e della smentita documentale delle loro affermazioni. Secondo i giudici, Griffo – difeso dall’avvocato Carlo De Stavola – avrebbe subìto l’imposizione del clan,
senza però che emergessero atti idonei a dimostrare un suo contributo alla cosca. Se oggi è imputato in Appello è perché contro quella assoluzione il pm Maurizio Giordano ha proposto ricorso: ora sarà la Corte partenopea a valutare la tesi dell’Antimafia (alla luce anche delle dichiarazioni di Inquieto). Sta affrontando il giudizio di secondo grado, su impugnazione della Dda, anche Ortensio Falco, fratello di Alessandro, pure lui assolto in primo grado dall’accusa di trasferimento fraudolento di beni, contestata sempre in relazione alle quote della Cis Meridionale. Se ieri in udienza si sono fatte largo le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia, la Procura generale ha contestualmente rinunciato a riascoltare Nicola Panaro e Generoso Restina.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome