Notte di follia in piazza Gianturco: dopo sette mesi di indagini, in comunità un minore per tentato omicidio

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Operazione dei carabinieri
Operazione dei carabinieri

AFRAGOLA – Una spirale di violenza giovanile che esplode per futili motivi, una lama che squarcia la notte e il corpo di un ragazzo, poi una fuga e sette lunghi mesi di indagini silenziose e meticolose. Si chiude, almeno per ora, il cerchio attorno al brutale accoltellamento avvenuto lo scorso 24 aprile in piazza Gianturco, cuore della movida afragolese. Nella giornata di ieri, 2 dicembre, i Carabinieri della locale stazione hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare, disponendo il collocamento in comunità per un minore del posto, finora incensurato, ritenuto il presunto autore del tentato omicidio.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale per i minorenni di Napoli su richiesta della Procura competente, rappresenta il culmine di un’attività investigativa complessa, condotta con tenacia dai militari dell’Arma. Tutto ha inizio in una tiepida notte di primavera, quando una serata come tante si trasforma in un incubo. In piazza Gianturco, gremita di giovani, scoppia una lite. Le ragioni, come spesso accade in questi contesti, sono state definite “futili”, ma affondano le radici in dissidi pregressi, vecchie ruggini e tensioni latenti tra due gruppi di ragazzi. Le parole grosse volano, gli animi si surriscaldano e in pochi istanti la discussione degenera in violenza fisica.

È in questo frangente di caos che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il minore oggi raggiunto dal provvedimento avrebbe estratto un’arma da taglio. Con un gesto fulmineo e terribile, avrebbe sferrato un unico, profondo fendente all’addome di un diciannovenne, lasciandolo a terra in una pozza di sangue. Subito dopo l’aggressione, approfittando del panico generale, l’aggressore si è dileguato tra la folla, facendo perdere le proprie tracce e scomparendo nel buio.

Da quel momento è partita la caccia all’uomo, o meglio, al ragazzo. Gli investigatori della Stazione di Afragola hanno avviato un lavoro certosino, partendo dai pochi elementi a disposizione. Fondamentale si è rivelata l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, pubblici e privati, presenti nella zona. Gli operanti hanno visionato ore e ore di filmati, isolando i fotogrammi cruciali, ricostruendo i movimenti dei gruppi coinvolti e cercando di dare un volto all’aggressore in fuga. Parallelamente, è stata condotta una delicata attività di escussione di testimoni. Nonostante il clima di paura e la potenziale reticenza di molti giovani presenti, i Carabinieri sono riusciti a raccogliere testimonianze preziose che, incrociate con le prove video, hanno permesso di stringere il cerchio.

L’indagine, coordinata dalla Procura per i Minorenni di Napoli, ha progressivamente messo a fuoco la figura del sospettato: un ragazzo di Afragola, senza precedenti penali, un volto apparentemente pulito che nessuno avrebbe inizialmente collegato a un gesto di tale ferocia. Eppure, gli elementi raccolti a suo carico sono stati ritenuti dal GIP “gravi indizi di colpevolezza”, sufficienti a giustificare l’emissione della misura cautelare per i reati di tentato omicidio e porto abusivo di arma da taglio. Il giovane è stato quindi prelevato e condotto in una comunità, dove attenderà le prossime fasi del procedimento giudiziario, mentre la vittima, sopravvissuta per miracolo, porta ancora su di sé le cicatrici fisiche e psicologiche di quella terribile notte.

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