Pedofilia, condannato arcivescovo australiano che aveva coperto abusi

Philip Wilson è stato riconosciuto colpevole di non aver denunciato gli abusi su minori commessi da un altro sacerdote negli anni Settanta

Philip Wilson condannato per pedofilia

SYDNEY (Rita Sparano) – Scandalo pedofilia in Australia. L’arcivescovo Philip Wilson è stato condannato per aver coperto dei reati sessuali commessi da un altro sacerdote. Ha cioè evitato di riportare le accuse nei confronti del colpevole pur essendo a conoscenza dell’orrendo crimine. Gli abusi sessuali nascosti da Wilson sono avvenuti negli anni Settanta. Ora il 67enne arcivescovo rischia di trascorrere due anni in carcere. Wilson è il più alto prelato cattolico al mondo condannato per questo reato.

L’accusa di non aver denunciato Fletcher per pedofilia

La condanna per il reato di favoreggiamento arriva dal tribunale di Newcastle, a nord di Sydney. Ad aver deciso la sentenza è stato il giudice Robert Stone. Le accuse di cui Wilson risponde sono quelle di aver coperto l’attività pedofila di un prete, Jim Fletcher (condannato nel 2004 e deceduto nel 2006), nella regione di Hunter, nel New South Wales. Da parte sua, l’arcivescovo australiano si è sempre dichiarato al di fuori della questione, respingendo le accuse.

La difesa dell’arcivescovo: “Soffro di Alzheimer”

Gli avvocati di Philip Wilson hanno provato in più di un occasione a bloccare il processo. La difesa sostiene che l’alto prelato soffra di Alzheimer. “Sono ovviamente rattristato per la decisione di oggi, ora dovrò considerare le ragioni e consultarmi da vicino con la mia difesa per decidere i prossimi passi“, ha dichiarato l’arcivescovo.

Le parole del Papa sugli scandali della Chiesa

Il verdetto ai danni dell’arcivescovo australiano arriva a pochi giorni dalla decisione dei vescovi cileni di dimettersi in blocco in seguito allo scandalo pedofilia che ha investito diversi membri della chiesa del Cile. Papa Francesco proprio nei giorni passati si è espresso circa gli scandali che pesano sulla coscienza e sull’immagine della Chiesa. “Preoccupa la crisi delle vocazioni” che è “il frutto avvelenato della cultura del provvisorio e della dittatura del denaro“, ha detto il pontefice. “Gli scandali e la testimonianza tiepida sono tutti fattori che allontanano i giovani dalla vita consacrata“.

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