GIUGLIANO IN CAMPANIA – Un atto di aperta sfida alle istituzioni, un’ostentata indifferenza verso i provvedimenti dello Stato. È questo il quadro che emerge dalla clamorosa operazione condotta nelle scorse ore dai Carabinieri del nucleo informativo del Gruppo di Castello di Cisterna, che ha portato alla chiusura di un’importante azienda edile di Giugliano e alla denuncia della sua titolare. La donna, una 46enne del posto, già nota alle forze dell’ordine e ritenuta dagli inquirenti contigua al potente clan Mallardo, avrebbe continuato a gestire la sua attività di vendita all’ingrosso come se nulla fosse, ignorando completamente una pesante interdittiva antimafia emessa nei suoi confronti.
L’indagine, definita dagli stessi militari “complessa e articolata”, è scaturita da una meticolosa attività info-investigativa. I carabinieri hanno monitorato per settimane l’azienda, situata in una zona strategica del vasto territorio giuglianese. Nonostante i sigilli legali, il viavai di furgoni, operai e clienti non si era mai interrotto. Sacchi di cemento, mattoni, ponteggi e altro materiale per l’edilizia continuavano a essere caricati e scaricati, alimentando un business che, sulla carta, doveva essere fermo.
Il provvedimento che avrebbe dovuto bloccare tutto era duplice e inappellabile. Da un lato, l’informazione antimafia interdittiva emessa dalla Prefettura di Napoli, un atto amministrativo di massima gravità che mira a recidere ogni legame tra le imprese sospettate di infiltrazione mafiosa e il tessuto economico legale, impedendo loro di avere rapporti con la pubblica amministrazione e, di fatto, paralizzandone l’operatività. Dall’altro, come diretta conseguenza, la sospensione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) emanata dal SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune di Giugliano in Campania. In pratica, l’azienda non aveva più alcun titolo per operare.
Ma l’imprenditrice 46enne, forte forse di legami e coperture radicate nel territorio, ha scelto la via della clandestinità, continuando a esercitare l’attività di vendita all’ingrosso. Un comportamento che non è sfuggito all’occhio attento degli investigatori, che hanno raccolto prove inconfutabili della sua condotta illecita.
Al termine degli accertamenti, i Carabinieri hanno fatto irruzione nei locali dell’azienda. Hanno notificato alla donna la denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità e per esercizio di attività commerciale sospesa. A queste accuse si è aggiunta anche una sanzione per la collocazione di cartelli pubblicitari senza la necessaria autorizzazione, un ulteriore dettaglio che testimonia l’assoluto sprezzo delle regole.
I militari hanno quindi proceduto alla chiusura forzata dell’attività, apponendo i sigilli e interrompendo definitivamente il flusso commerciale. È stata inoltre notificata un’intimazione formale per l’immediata rimozione di tutte le insegne e i cartelloni pubblicitari abusivi che promuovevano l’azienda. L’operazione rappresenta un segnale forte dello Stato in un territorio complesso come quello dell’agro giuglianese, riaffermando il principio che nessuno può porsi al di sopra della legge, specialmente quando l’ombra della Camorra si allunga sulle attività economiche.























