ROMA (Alfredo Stella) – Cyberbullismo: cosa fare per il contrasto. E’ quanto spiegato in maniera dettagliata nel vademecum ‘Cyberbullismo e web reputation. Istruzioni per l’uso’ da domani nelle scuole abruzzesi dove saranno distribuite 20mila copie. Realizzato dal Corecom Abruzzo, serve ad aiutare studenti, genitori e insegnanti a tutelare la propria reputazione online e navigare in rete in modo consapevole. La presentazione a Pescara, alla presenza del presidente nazionale dei Corecom italiani e del Corecom Abruzzo, Filippo Lucci, e del Commissario Agcom, Antonio Martusciello. “Abbiamo deciso di fornire attraverso queste pagine – ha spiegato Lucci – un piccolo grande aiuto per evitare di cadere in situazioni pericolose o difficili da gestire”.
Cos’è il cyberbullismo
Il cyberbullismo indica un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato mediante gli strumenti della rete nei cnfronti di na vittima designata. Si tratta di un fenomeno molto grave in quanto in tempo reale le vittime vedono la propria reputazione danneggiata in una comunità molto ampia, con i contenuti, una volta pubblicati, che possono riapparire a più riprese in luoghi diversi. Spesso i genitori e gli insegnanti ne rimangono a lungo all’oscuro, perché non hanno accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti. Pertanto può essere necessario molto tempo prima che un caso venga alla luce. In Italia sempre più ragazzini e adolescenti vittime di bullismo e cyberbullismo.
I dati
Secondo il rapporto Censis il 52,7% degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6% tra le ragazze e al 53,3% tra i ragazzi più giovani (11-13 anni). Sulla rete, poi, sono le ragazzine ad avere la peggio. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza un adolescente su 10 tra gli 11 e i 13 anni subisce cyberbullismo rispetto all’8,5% dei ragazzi più grandi (tra 14 e 19 anni). Le femmine sono ancora le vittime predilette dai cyberbulli (70%) che sono per oltre il 60% di sesso maschile.