Tradito dalla moglie, si consegna ai Carabinieri con la cocaina: “Meglio il carcere che tornare a casa”

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Operazione dei carabinieri
Operazione dei carabinieri

NAPOLI – Una storia che ha dell’incredibile, un dramma coniugale che sfocia non in un delitto passionale, ma in un’autodenuncia calcolata per fuggire da un dolore ritenuto insopportabile. Protagonista un 46enne del Rione Traiano, già noto alle forze dell’ordine, che ha scelto di barattare la propria libertà per non dover più condividere lo stesso tetto con la moglie, rea, a suo dire, di ripetuti tradimenti.

La vicenda, surreale e disperata, si è consumata nella tarda serata di ieri, 11 dicembre 2025. Sono da poco passate le 22:15 quando un uomo bussa con insistenza alla porta della caserma dei Carabinieri della stazione di Rione Traiano. I militari che lo accolgono si trovano di fronte una persona in evidente stato di agitazione: il colorito è cereo, la sudorazione copiosa, la voce rotta da un tremito incontrollabile. L’uomo, un 46enne del quartiere, è un fiume in piena di parole confuse e angosciate.

“Brigadiè, altrimenti passo un guaio!”, esordisce, facendo subito intendere la gravità della situazione che lo ha spinto a cercare rifugio proprio tra le forze dell’ordine. Racconta di un violento litigio appena avuto con la moglie, di aver scoperto una serie di tradimenti che hanno mandato in frantumi il suo matrimonio e la sua stabilità emotiva. Nella sua mente, ammette, si affollano “bruttissimi pensieri di vendetta privata”, un tarlo che non gli dà pace e che lo spinge a una decisione estrema: fuggire da quella casa, a qualunque costo.

Mentre il carabiniere di servizio cerca di calmarlo e di comprendere la situazione, accade l’impensabile. L’uomo, quasi a voler dimostrare la serietà delle sue intenzioni, estrae dalla tasca dei pantaloni un involucro di cellophane. Lo porge al militare, il cui stupore cresce di secondo in secondo. All’interno, una polvere bianca che l’uomo stesso qualifica come cocaina. La successiva analisi tramite narcotest non lascia spazio a dubbi: si tratta di poco meno di 50 grammi di sostanza stupefacente.

La perquisizione, a quel punto d’obbligo, prosegue. Dalla borsa a tracolla del 46enne spuntano altri 5 grammi della stessa sostanza e la somma di 260 euro in banconote di vario taglio. Senza alcuna esitazione, l’uomo confessa tutto. Dichiara che la droga era destinata alla vendita al dettaglio nel quartiere e che il denaro è il provento di tale attività illecita. La sua richiesta è chiara, spiazzante: “Voglio andare in galera. Non voglio più stare sotto lo stesso tetto di mia moglie, non voglio vederla neanche un’altra volta”.

Un gesto estremo, un’auto-incriminazione lucida nella sua follia, dettata dalla volontà di mettere un muro, quello invalicabile del carcere, tra sé e il fantasma del tradimento. Per i Carabinieri della stazione di Rione Traiano, di fronte a una confessione così palese e a prove materiali inconfutabili, non è rimasto altro che procedere con l’arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La richiesta dell’uomo è stata, in un certo senso, esaudita. La sua destinazione non sono stati gli arresti domiciliari, che lo avrebbero paradossalmente riportato al punto di partenza, ma la camera di sicurezza della caserma, dove attenderà il giudizio direttissimo, lontano da quella casa diventata per lui una prigione ben peggiore.

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