Mosca (Russia), 30 mag. (LaPresse/AFP) – “Arkadi Babtchenko è stato ucciso, ammazzato nella tromba delle scale, e già il primo ministro ucraino afferma che siano responsabili i servizi speciali russi”, questo “è molto triste”.
Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. Babtchenko, giornalista e scrittore russo duramente critico nei confronti del Cremlino, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco ieri sera a Kiev, dove si era rifugiato dopo aver detto di essere stato minacciato a seguito delle sue denunce sul ruolo della Russia nel conflitto in Ucraina.
La polizia di Kiev ha detto ieri di privilegiare la pista di un reato legato alla professione del 41enne, ex militare russo in Cecenia diventato giornalista.
Nella notte, il premier Volodymyr Groisman ha scritto su Facebook: “Sono sicuro che la macchina totalitaria russa non ha perdonato la sua onestà”, “gli assassini devono essere puniti”.
Il ministro degli Esteri di Kiev, Pavlo Klimkine, ha aggiunto che è “troppo presto per trarre conclusioni”, ma ha sottolineato “una somiglianza stupefacente con i metodi che la Russia usa per provocare una destabilizzazione politica”.
L’uccisione del giornalista dissidente è la seconda in meno di due anni di repoter critici verso la politica del governo russo residenti a Kiev.
Il 20 luglio 2016 era stato assassinato, nell’esplosione di una bomba piazzata sotto la sua auto, il russo-bielorusso Pavel Cheremet. Sull’omicidio non è stata fatta chiarezza.
Dopo aver lasciato Mosca nel febbraio 2017, Babtchenko aveva vissuto in Israele e Repubblica Ceca, poi in Ucraina; ha collaborato con il giornale d’opposizione russo Novaia Gazeta e con la radio russa Eco di Mosca, e conduceva un programma sulla tv ucraina privata Atr. Un consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, il deputato Anton Guerachtchenko, ha dichiarato: “Il regime di Putin mira a chi non può spezzare o intimidire”.
Il ministero degli Esteri russo ieri sera aveva scritto su Facebbok: “I crimini sanguinosi e l’impunità totale sono diventati routine per il regime di Kiev”, “esigendo alle autorità ucraine di impiegare tutti gli sforzi per un’inchiesta efficace”.