Nasconde la madre morta nella cassapanca

Dopo il decesso avrebbe continuato a incassare la pensione Inps, con tre prelievi per oltre 1.300 euro

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Foto LaPresse - Claudio Furlan

MONDRAGONE – Un dramma familiare che, secondo l’accusa, si sarebbe consumato nel silenzio di un appartamento, tra isolamento, violenze e una morte rimasta nascosta per settimane. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha chiesto il rinvio a giudizio di Maddalena Sbrescia, 55 anni, accusata di una lunga serie di gravi reati ai danni della madre Concetta Infante, anziana e non autosufficiente, deceduta tra l’ottobre e il novembre del 2023.

Secondo l’imputazione, la donna, difesa dall’avvocato Fabio Russo, avrebbe maltrattato l’anziana madre per anni, approfittando delle sue condizioni fisiche e dello stato di denutrizione in cui versava. La vittima, con cui conviveva, sarebbe stata progressivamente privata della libertà personale: chiusa a chiave in casa, impossibilitata a uscire anche sul pianerottolo, isolata dai contatti con l’altra figlia, persino dal telefono. In più occasioni, sempre secondo la Procura, sarebbe stata percossa con schiaffi e strattoni, sottoposta a una condizione di sofferenza continua fino alla morte. Ma è dopo il decesso che la vicenda assume contorni ancora più inquietanti.

L’accusa contesta a Sbrescia di aver occultato il cadavere della madre, avvolgendolo con nastro da imballaggio e nascondendolo in una cassapanca collocata in una stanza dell’appartamento di via Salvatore Razzino, a Mondragone, dove il corpo sarebbe rimasto per uno o due mesi prima del ritrovamento. Non solo. Alla donna viene contestata anche una truffa aggravata ai danni dell’Inps: dopo la morte della madre, avrebbe continuato a riscuotere la pensione, effettuando tre prelievi allo sportello bancomat dell’ufficio postale di Mondragone, per un totale di 1.390 euro, omettendo di comunicare il decesso dell’avente diritto.

Le persone offese individuate dalla Procura sono l’altra figlia della vittima e l’Inps. L’impianto accusatorio si fonda su una vasta attività investigativa dei carabinieri, verbali di sequestro, accertamenti tecnici, consulenze forensi e tossicologiche, oltre alle testimonianze raccolte.
Ora sarà il giudice per l’udienza preliminare a valutare se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio. Una vicenda che, al di là delle responsabilità penali ancora da accertare, restituisce l’immagine di una solitudine estrema e di una fragilità che, secondo l’accusa, nessuno è riuscito a intercettare in tempo. Sbrescia è da considerare innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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