Fortino della droga sul litorale: sparavano alle telecamere dei Carabinieri. Smantellato clan familiare, 9 misure cautelari

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Operazione dei carabinieri
Operazione dei carabinieri

CASERTA – Alle prime luci dell’alba di oggi, 17 dicembre 2025, un’imponente operazione ha scosso il litorale domitio, tra Castel Volturno e Mondragone. I Militari del Reparto Territoriale Carabinieri di Mondragone hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure coercitive, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha colpito al cuore un presunto sodalizio criminale a conduzione familiare. Nove persone, tutte appartenenti allo stesso nucleo di etnia “Romanì”, sono state raggiunte dai provvedimenti, ritenute responsabili, in questa fase embrionale delle indagini, di una fitta e continuativa rete di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione, culmine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica, affonda le sue radici nel settembre del 2023. Per oltre un anno, gli inquirenti hanno tessuto una tela invisibile attorno al gruppo, utilizzando sofisticate tecniche di monitoraggio video, ambientale e telefonico. Ciò che è emerso è il quadro di un vero e proprio “supermarket della droga”, dove crack, cocaina, eroina ed hashish venivano venduti con una frequenza impressionante. Gli indagati, secondo l’accusa, avevano trasformato le proprie abitazioni – la maggior parte delle quali abusive e concentrate quasi tutte nella stessa via – in veri e propri “negozi di spaccio” a cielo aperto, attivi a ogni ora del giorno e della notte. Le carte dell’inchiesta parlano chiaro: sono circa 400 gli episodi di cessione contestati nei diversi capi d’imputazione, un numero che testimonia la vastità del giro d’affari e la sfrontatezza del gruppo.

L’indagine tecnica ha però svelato un lato ancora più inquietante. Il clan non solo gestiva lo spaccio, ma lo proteggeva con la forza delle armi. Gli indagati, infatti, avevano la piena disponibilità di armi da fuoco e mostravano una paranoia quasi professionale nel timore di essere sorvegliati. Si attivavano costantemente per ricercare e “bonificare” i locali da possibili microspie o telecamere installate dalle forze dell’ordine. Un’audacia che ha raggiunto il suo apice in un episodio emblematico: dopo aver scoperto una telecamera posizionata e occultata dalla Polizia Giudiziaria, non hanno esitato a distruggerla esplodendo contro di essa diversi colpi di fucile. Un gesto di sfida plateale, che dimostra il livello di pericolosità e il senso di impunità del gruppo.

Nel corso dei mesi, la Sezione Operativa di Mondragone ha raccolto una serie di riscontri fattuali schiaccianti. Durante le perquisizioni e i controlli sono state sequestrate, in più occasioni, non solo dosi di stupefacente pronte per la vendita, ma anche un arsenale: una pistola Beretta 98FS con matricola abrasa, completa di munizionamento, e un potente fucile a pompa calibro 12, anch’esso corredato dalle relative cartucce.

Sulla base del solido quadro indiziario, il G.I.P. ha disposto misure severe: per quattro degli indagati si sono aperte le porte del carcere, tre sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre per altri due è stato emesso il divieto di dimora nell’intera provincia di Caserta.

È fondamentale sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, pertanto, gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a una sentenza definitiva. La misura cautelare è stata adottata in un contraddittorio limitato a questa fase iniziale e spetterà al Giudice della fase processuale valutare l’eventuale assenza di ogni forma di responsabilità penale in capo agli indagati.

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