ROMA (LaPresse) – La crisi di governo è archiviata e Sergio Mattarella può dedicarsi alla Festa della Repubblica, nel 72esimo anniversario della sua fondazione. Una maratona vera e propria che ha visto dopo 88 giorni di stallo una accelerazione. Accelerazione che ha portato in poche ore alla formazione del governo guidato da Giuseppe Conte.
Ora, dopo il giuramento, l’esecutivo ha i pieni poteri per iniziare a lavorare
Ma l’inquilino del Colle non manca di ribadire alcuni principi su cui la compagine di Conte dovrà muoversi per i prossimi 5 anni. Collaborazione istituzionale, legalità e accoglienza, ma soprattutto quel senso di appartenenza alla Repubblica. Esso testimonia “una cittadinanza consapevole, seria, onesta, fortemente, laboriosa”.
Cittadinanza che “si stringe intorno alla Repubblica ed esprime una domanda di forte coesione sociale”. Questo il cuore del discorso pronunciato davanti ai diplomatici al Quirinale nel corso del concerto che ha visto un premier fresco di nomina, Giuseppe Conte, e i ministri appena usciti dal primo Cdm. Presenti anche i due leader, vicepremier e titolari di dicasteri importati, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. E a loro il messaggio più importante, l’invito alla pacificazione: “Il confronto tra le forze politiche spero sia sempre tradotto nell’attitudine a non ridursi a conflitto fine a se stesso, quanto piuttosto dell’ambizione di assicurare all’Italia le prospettive di sviluppo più sicure e più forti”.
E poi l’appartenenza e il rispetto nei confronti dell’Europa, quello spirito che ha animato e guidato lo stesso Mattarella durante tutta la crisi, ma senza sudditanza. Nell’integrazione d’Europa “l’Italia intende svolgere un ruolo sempre più positivo e protagonista nella comunità internazionale, come all’interno dei singoli paesi”.
Il Presidente è apparso rilassato
Dopo il discorso nella sala dei Corazzieri del Quirinale, varca i giardini del Palazzo per salutare personalmente tutti gli ospiti nella terrazza della Coffee House. Al suo fianco la figlia Laura, e poco distante il premier Conte, i presidenti delle Camere, Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati. Presenti tutti i ministri del nuovo esecutivo, anche chi aveva annunciato, dopo lo strappo, che non vi avrebbe partecipato.