NAPOLI – Un anno di pugno di ferro contro la criminalità, combattuta strada per strada, nei vicoli del centro come nelle periferie più complesse, ma anche nel mondo invisibile del web. Il Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli traccia il consuntivo del 2025, un bilancio che parla il linguaggio crudo dei numeri ma che, per la prima volta, sceglie di raccontare soprattutto le storie e i volti di chi quei numeri li produce ogni giorno. Sono 3495 le persone arrestate e 13295 quelle denunciate a piede libero nei dodici mesi appena trascorsi, cifre che testimoniano un’azione incessante per il ripristino della legalità.
I dati, presentati oggi dal Comandante provinciale, Generale B. Biagio Storniolo, descrivono una pressione costante sul territorio. Ben 21 i latitanti catturati, molti dei quali inseriti nell’elenco dei più pericolosi e rintracciati oltre i confini nazionali. L’attività di controllo è stata capillare: 424.286 persone identificate e 233.511 veicoli ispezionati. Durissimo il colpo inferto al narcotraffico, con centinaia di arresti e diverse tonnellate di droga sequestrate, e alla circolazione di armi: 189 da fuoco, 141 da taglio e 374 improprie, tra cui mazze e tirapugni, sono state tolte dalle strade. Tolleranza zero anche sulla sicurezza stradale, con oltre 21 milioni di euro di sanzioni, 5620 veicoli sequestrati e quasi 26.000 contravvenzioni, tra cui spiccano le 4591 per guida senza assicurazione.
Ma come sottolinea il Generale Storniolo, “i dati hanno il loro peso, certo, ma a fare davvero la differenza sono le persone: professionisti spesso silenziosi, lontani dai riflettori”. Ed è proprio a loro che l’Arma ha voluto dare voce. Come al maresciallo Antonio Silvestre, della Sezione Cyber Investigations, che caccia i criminali nascosti dietro profili falsi e IP anonimi. “Il web non dorme mai”, spiega. “È un lavoro di pazienza chirurgica. Quando finalmente arrivi al punto, è come riaccendere la luce in una stanza dove qualcuno pensava di essere al sicuro nel buio”.
Un’altra voce arriva dal cuore pulsante del Comando, la centrale operativa, dove il Maresciallo Maggiore Bonaccorso e i suoi colleghi gestiscono oltre 3200 chiamate al giorno. “Quando il telefono squilla, in pochi secondi devi capire cosa serve davvero. È un lavoro di testa, ma anche di cuore. La frase che vale più di qualunque statistica? Sentire il collega via radio che dice: ‘Arrivati in tempo’”.
Un impegno che diventa ancora più delicato quando si parla di violenza di genere. Il capitano Valentina Bianchin, Comandante della Compagnia di Casoria, è specializzata nel fenomeno. “Quando una donna entra in caserma dopo anni di silenzi, non porta solo una denuncia, ma un pezzo della sua vita. La nostra vera vittoria è quando, mesi dopo, ti scrive solo per dire ‘sto meglio’”.
E poi c’è il lavoro meticoloso sulla scena del crimine, descritto dal Tenente Colonnello Giuseppe Peluso, comandante delle Investigazioni Scientifiche. “La scena del crimine parla, ma parla piano. È un lavoro fatto di interminabili ore in silenzio. Ma quando un’indagine si chiude grazie a un frammento minuscolo che solo tu avevi notato, capisci perché lo fai”. Infine, il Luogotenente Gaetano Savarese, degli artificieri, uomini che vivono sul filo della tensione. “Quando arriviamo su un ordigno, il rumore scompare. Restano il silenzio e la concentrazione. La paura c’è, e serve a non abbassare la guardia”. Un lavoro, il loro, che in questi giorni è frenetico, come dimostra il recente arresto a Pollena Trocchia di un 21enne con 21 chili di “cobra” nascosti in un negozio di ortofrutta, e il sequestro a Cimitile di oltre 200 chili di fuochi illegali.
Un capitolo centrale del 2025 è stata la lotta alla Camorra. “Colpire la criminalità organizzata significa restituire spazi di libertà ai cittadini”, afferma il Generale Storniolo. Le operazioni, coordinate dalla DDA, hanno inferto colpi durissimi. Il 2 dicembre, un blitz ha decapitato il clan Licciardi, parte della storica “Alleanza di Secondigliano”, con 21 arresti per estorsioni che colpivano persino gli occupanti abusivi di case popolari. Il 17 novembre, 44 misure cautelari hanno smantellato il clan Russo nell’area di Nola, svelandone il controllo pervasivo su edilizia e scommesse. A settembre, a San Giovanni a Teduccio, sono stati arrestati i responsabili di una “stesa” che aveva segnato la rottura della pax mafiosa tra i clan Rinaldi-Reale e D’Amico. Operazioni decisive anche a Caivano contro il clan Ciccarelli, a Ponticelli contro i De Martino, che avevano trasformato immobili comunali in una loro roccaforte, e nei quartieri occidentali contro i clan Troncone e Frizziero.
L’impegno, conclude il Generale, “non si ferma e continuerà nel 2026 con la stessa determinazione”, poggiando non solo sulle grandi operazioni, ma anche sulla presenza capillare delle Stazioni e delle Tenenze, presidi di legalità che confermano “quel legame unico con le comunità e la funzione di rassicurazione sociale”.




















