Milano, 5 giu. (LaPresse) – La Lega B presenterà al commissario della Figc Roberto Fabbricini un’istanza formale. In questa “in cui chiediamo alla federazione di modificare la delibera e di escludere la possibilità che le seconde squadre vengano promosse nel campionato di Serie B”. Lo annuncia il presidente della Lega B Mauro Balata al termine dell’assemblea odierna svoltasi presso la sede di via Rosellini a Milano. La richiesta, che partirà tra stasera e domattina, arriva in virtù della “natura ben precisa” del torneo cadetto “che fa dei valori quali la territorialità, la formazione e la valorizzazione dei giovani la sua mission”. Ha proseguito Balata, specificando che “a nostro avviso ci sono anche problemi di natura giuridica”. Sopratutto in merito “alla salvaguardia del nostro campionato”. Qualora l’istanza non dovesse essere accolta, il numero uno della Lega B, su volontà dell’assemblea stessa, presenterà ufficialmente ricorso al tribunale federale per chiudere l’annullamento della delibera.
Sui diritti televisivi
In materia di diritti televisivi “abbiamo aperto la procedura per una trattativa privata stiamo aspettando anche gli aggiornamenti della Lega Serie A, abbiamo dei soggetti che si stanno confrontando con noi. Riteniamo di avere un prodotto che è cresciuto moltissimo, è estremamente apprezzato dai tifosi, dagli spettatori e dai media . Ha sottolineato Balata. Siamo convinti che il nostro prodotto abbia un valore che deve essere tenuto in considerazione dai nostri interlocutori. Abbiamo dati estremamente precisi e importanti da questo punto di vista”. Non a caso tra playoff e playout è stato registrato il tutto esaurito a Chiavari, Ascoli, Cittadella (settore ospiti escluso) mentre a Venezia non si è arrivati al sold out ma c’è stato comunque il record stagionale di spettatori. L’assemblea ha anche preso in esame la posizione del Foggia. Stabilendo al voto (13 favorevoli, 7 contrari, una scheda bianca) di escludere il club pugliese dalla mutualità per non aver presentato in tempo una fideiussione per aver sforato il ‘salary cap’ in vigore nel campionato cadetto.