di Marco Valsecchi
MILANO (LaPresse) – Trappiste, blanche, radler e stout. Anche bionde, per non perdere l’abitudine, ma in questo caso forti. La progressiva trasformazione degli italiani in un popolo di bevitori di birra passa dalle “speciali”. Cioè da tutti quegli stili che si distinguono dalla classica lager – nota anche come “chiara” -. Per gusto, alcolicità e provenienza. E il cui peso in valore nel mix di vendite nei supermercati è passato dal 22% al 28,2% tra il 2010 e il 2017, mentre il peso in volume cresceva dal 13,4% al 16,7%.
Il tutto in affiancamento ai consumi più tradizionali
Se su 100 consumatori di birra 70 degustano le speciali, solo 9 si limitano a queste. “La birra in Italia è stata a lungo un prodotto stagionale, legato al consumo estivo. Lo è ancora, ma adesso è anche ricercato per consumi specifici, per il pasto e per la convivialità, quando c’è un’occasione da celebrare”, sintetizza Alfredo Pratolongo, presidente della Fondazione Birra Moretti, presentando a LaPresse la ricerca ‘Dalla birra alle birre. L’era del drink different’, realizzata dall’Osservatorio Birra in occasione dell’evento Heineken Incontra. All’atto pratico, spiega l’esperto, questo si traduce in un aumento della frequenza di consumo. Frequenza che, abbinato alla già alta penetrazione del prodotto, apre grandi prospettive di crescita a un mercato birrario nazionale già in accelerazione. Ma con ampi margini dati proprio dal consumo pro capite ancora tra i più bassi d’Europa.
Per malti e luppoli, il momento sembra dunque propizio per dare seguito in un contesto di ripresa economica a una ascesa che ha le sue radici nella crisi
Sempre tra il 2010 e il 2017, le vendite hanno infatti messo il turbo. Con un progresso del +32% nella grande distribuzione che le ha portate a raggiungere un giro d’affari di oltre 1,6 miliardi di euro. E che brilla soprattutto se lo si confronta con dati come il -3,2% fatto segnare dai prodotti alimentari nell’anno più nero per il canale, il 2014. “Uno dei motivi dei picchi toccati nella crisi è che il rapporto prezzo-qualità è eccellente”. Ciò è quanto segnala Pratolongo. Individuando una seconda ragione nell’ottima reputazione che il prodotto ha mostrato di avere presso gli italiani e le italiane.
Al di là delle ragioni di mercato e di quelle di gusto, poi, per capire l’evoluzione che il consumo sta avendo in Italia occorre passare anche da un altro elemento. Il ruolo fondamentale giocato in tempi recenti a livello culturale dalla ristorazione. “Il fatto nuovo di questi anni sono i ristoranti che hanno la carta delle birre”, conferma l’esperto. Ricordando che “il primo momento di sperimentazione è fuori casa”.