Il Movimento 5 Stelle è scosso: Di Maio soffre la predominanza della Lega

Il leader pentastellato sta sicuramente studiando una strategia per uscire dall'ombra del leader del Carroccio, alleato di governo

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
di Donatella Di Nitto

ROMA (LaPresse) – La scossa, ma non la resa. Il governo giallo-verde accusa il colpo, ma il più scosso e disorientato è il Movimento 5 Stelle. Che, oltre a soffrire la ‘predominanza’ della Lega in questo esecutivo, ora è costretto quasi nell’angolo. A causa dello scandalo sullo stadio della Roma. Ad appena due settimane dal giuramento al Quirinale, il vicepremier, Luigi Di Maio, è messo a dura prova. Tanto che nei palazzi della politica si ironizza “è stranamente” silenzioso.

La matassa è assai ingarbugliata

La nuova ‘casa’ dei giallorossi, oltre a colpire al cuore il Campidoglio a cinque stelle, è una sciabolata contro il ‘giglio magico’ del capo politico nelle persone di Alfonso Bonafede, ora alla Giustizia, e di Riccardo Fraccaro, ora ai Rapporti col Parlamento e alla democrazia diretta. Per questo Di Maio chiama a raccolta il sottogoverno M5S per fare il punto su come organizzare i dicasteri. Anche in vista dell’assegnazione delle prossime deleghe. La riunione è stata anche l’occasione per suonare la carica dei fedelissimi contro la predominanza mediatica di Salvini ai danni del Movimento. Per questo Di Maio avrebbe chiesto di riabbracciare e rilanciare con forza le battaglie grilline e far valere i risultati che il Movimento ha avuto e che per ora sono oscurati dal Carroccio. L’obiettivo è uscire dal cono d’ombra di Salvini e tornare ad avere un peso, positivo, sulla stampa.

Le pressioni però si fanno sentire soprattutto dagli ortodossi (guidati da Roberto Fico). Ortodossi che accusano Di Maio di aver schiacciato, per temi e ruoli strategici, il Movimento sotto la Lega. Ed anche di autorizzare un esecutivo ormai a trazione di Salvini. Lo stesso premier Giuseppe Conte, con al fianco Emmanuel Macron, all’Eliseo certifica: “C’è sempre piena condivisione con il ministro dell’interno”. La gestione ‘poltrone’ poi ha fatto più di uno scontento nei gruppi di Camera e Senato, “non sono state affidate per merito – lamenta qualcuno – ma per opportunità”. Di Maio ha infatti la consapevolezza che la ‘questione’ gli sta sfuggendo di mano. E i primi effetti si vedono in termini di consenso popolare che mai come oggi vede un calo significativo.

Chi invece ‘gongola’ è Matteo Salvini

Praticamente premier in pectore, che a viso aperto affronta anche le intercettazioni che vedono coinvolto il suo braccio destro, Giancarlo Giorgetti. Preoccupato? “Assolutamente no”. E invece di negare o spazzare la polvere sotto il tappeto, non nega neanche di aver incontrato Luca Parnasi, il costruttore arrestato dalla procura di Roma. “Io ero andato a vedere una partita all’Olimpico con Parnasi”, racconta. “Lo conoscevo come persona onesta e simpatica, ma non faccio il magistrato o l’avvocato. Spero che facciano in fretta a risolvere questa vicenda”. L’imperativo resta comunque quello scandito per tutta la campagna elettorale: “Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi. A Roma come in ogni parte d’Italia” auspicando “a livello generale tempi più certi per la giustizia”. La base leghista fa quadrato intorno al segretario federale: “Non ne ha sbagliata una”, commentano. Il governo ombra guidato dal titolare del Viminale fa schizzare i sondaggi, con Salvini che non appare turbato da quanto sta accadendo all’alleato di governo, mantenendo un proficuo distacco, che al suo elettorato non dispiace.

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