Roma, 18 giu. (LaPresse) – “La riforma del regolamento Dublino proposta dal Parlamento Ue andava presa e stracciata. Non si poteva migliorare, perché manteneva il principio di sempre, cioè che il Paese che riceve diventa l’hotspot europeo. Noi invece il 28 giugno porteremo avanti un’idea semplice: i confini europei si devono spostare in Maghreb o nei territori di transito”. Così il sottosegretario agli Affari esteri Manlio Di Stefano (M5S) a Fanpage. La riforma di Dublino (a cui gli europarlamentari M5S hanno votato contro) “era una vera schifezza”, sottolinea. “In quella revisione c’erano innumerevoli elementi negativi – spiega -. Primo tra tutti quello politico. Se voti una riforma come quella senza risolvere i problemi principali, come stava facendo il Pd, di fatto regali al Parlamento Ue e alla Commissione il diritto di non parlarne più per i prossimi dieci anni. Poi quella revisione includeva il concetto della ripartizione per quote, non obbligatorie, ma soltanto su base volontaria, ma solo degli aventi diritto. Così non risolvi nulla, intanto perché per stabilire se hanno diritto all’asilo i migranti devono passare i vari step, tra cui la valutazione nelle commissioni territoriali; poi bisogna considerare che gli aventi diritto non sono più del 30% di tutti quelli che arrivano”.
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“Quindi accettare quella bozza significa continuare a occuparci non solo di quella fetta (il 70%) che non ha diritto a ottenere lo status di richiedente asilo, cioè i migranti economici, mentre per il 30% di quelli che arrivano dobbiamo continuare a svolgere le operazioni di gestione dell’accoglienza e dell’emergenza, che in Italia valgono 18 mesi di lavoro. Sostanzialmente era un modo per vincolarsi allo status quo”, conclude Di Stefano (M5S) a Fanpage.