Di Donatella Di Nitto
ROMA (LaPresse) – Matteo Salvini tira dritto. E, proprio come una ruspa, in vista del prevertice di domenica a Bruxelles, alza di nuovo il tiro. Sollevando il problema del contributo economico italiano: “L’aria in Europa sta cambiando e siamo ottimisti. Siamo anche estremamente fiduciosi nella presidenza austriaca. Confidiamo nel buonsenso dei colleghi europei. Anche perché non vorremmo arrivare a ridiscutere il finanziamento italiano all’Unione Europea“.
L’Europa, secondo il titolare del Viminale, deve difendere le sue coste in modo coeso
E per far questo deve essere in prima linea sullo stop agli sbarchi sulle coste italiane. Il messaggio risuona forte e chiaro. E soprattutto viene lanciato in una sede istituzionale, il ministero dell’Interno. Il tutto, dopo il faccia a faccia con omologo austriaco Herbet Kickl e il vice cancelliere e ministro della Funzione pubblica e dello sport Heinz Christian Strache. Italia e Austria in questo momento possono dire di essere in “sintonia” sia sulla difesa dei confini nazionali. Sia sulle azioni concrete da portare in Europa per affrontare l’annoso dossier migrazione. Non è infatti un caso che il vicepremier italiano abbia incontrato il suo omologo austriaco mentre a Linz il cancelliere austriaco Sebastian Kurz era al tavolo con il governatore bavarese Mrkus Soeder. I due sono infatti fautori di una politica molto rigida in materia di asilo e respingimenti. Hanno evocato l’ipotesi di una “catastrofe” se l’Europa non dovesse riuscire a fermare i flussi migratori. Per questo si sono detti pronti a mettere in atto soluzioni “nazionali”, perché solo in questo modo potrà essere garantita la libertà di circolazione in Europa.
La linea del ministro è durissima e non mostra di fatto cedimenti
“I migranti morti in mare, le ottocento vittime del tentativo di approdare in Europa, pesano sulla coscienza di scafisti e buonisti”. Il riferimento non è per nulla casuale, anche perché, porti chiusi a parte, l’obiettivo del leghista è quello di coinvolgere tutti i paesi dell’Ue nella gestione sbarchi e ricollocamenti. Insomma non passi come una ‘elemosina’ l’atto di solidarietà di far sbarcare Aquarius a Valencia. “La Spagna che ha accolto un barcone, e di questo ne siamo grati, doveva accogliere 3265 migranti, ne ha accolti 235, quindi può accogliere i prossimi 4 barconi”. La Francia invece, ricorda con tono forte e deciso “ne doveva accogliere 9816, ne ha accolti 640 quindi ne mancano ancora 9200”.