Milano, 21 giu. (LaPresse) – Raccogliere le richieste e le segnalazioni di disagi da parte dei detenuti; facilitare il loro rapporto con gli enti della Pa (Inps, Aler, Agenzia delle Entrate) per il disbrigo delle pratiche su pensioni, invalidità, tasse; monitorare l’effettivo accesso ai servizi sanitari (prenotazioni esami clinici, somministrazione delle cure) e il regolare svolgimento di corsi e certificazioni scolastiche e professionali. Queste alcune delle competenze che verranno svolte dallo ‘Sportello del garante’, aperto da oggi nel carcere di Opera (Milano) e che presto sarà replicato negli istituti penitenziari di Monza, Bollate e San Vittore. Un ufficio a disposizione dei detenuti e delle loro famiglie per consentire, anche a chi si trova in condizioni di restrizione della libertà personale, di accedere ai servizi previsti dalla legge, garantendo la reale fruizione dei diritti civili. L’iniziativa, illustrata dal Difensore regionale della Lombardia, Carlo Lio, che svolge anche le funzioni di Garante dei detenuti, è stata avviata grazie a un accordo con il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria. “Obiettivo di questo progetto è avvicinare i detenuti all’istituzione che li tutela – ha spiegato Lio – aprendo sportelli direttamente accessibili all’interno del carcere. È un segnale di vicinanza e di attenzione da parte della Regione. Il mio intento è portare il lavoro che inizia oggi in tutte le carceri della Lombardia, avviando collaborazioni con gli uffici dei Garanti dei cittadini nei Comuni sedi di case di reclusione”.
l’incontro
che si è tenuto nella sala del teatro della casa di reclusione, hanno partecipato anche i consiglieri Fabio Pizzul (Pd), delegato del presidente Alessandro Fermi, Michele Usuelli (+Europa), e il sottosegretario ai Rapporti internazionali, Alan Christian Rizzi. Per il mondo carcerario erano presenti il provveditore regionale per la Lombardia dell’Amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano, i direttori degli istituti penitenziari di Opera, Silvio Di Gregorio, Monza, Maria Pitaniello, Bollate, Massimo Parisi, e di San Vittore, Giacinto Siciliano, oltre a Simona Pesole, in rappresentanza della Prefettura di Milano, l’avvocato Eugenio Losco, della Camera penale di Milano e Severina Panarello, direttrice dell’Uiepe di Milano. Plauso all’iniziativa è stato espresso anche da Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano. Ad ascoltare la presentazione del progetto erano presenti numerosi detenuti e i responsabili e rappresentanti della sanità penitenziaria. Quella avviata dal Difensore regionale della Lombardia – conclude la nota del Pirellone – è una delle prime esperienze di sportello aperto da un’istituzione direttamente nel carcere. Molti Paesi europei prevedono una figura di garanzia dei diritti delle persone private della libertà. Scopo dell’Ombudsman è individuare eventuali criticità e, in un rapporto di collaborazione con le autorità responsabili, trovare soluzioni per risolverle, limitando quelle situazioni che generano occasioni di ostilità o che originano reclami da parte dalle persone ristrette.